VENEZIA - Il consiglio comunale di Venezia è finito alle 22.27 di lunedì sera con le dimissioni di 24 consiglieri (per anticipare l'arrivo del commissario), dopo le...
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Prima però l'assemblea ha discusso alcuni punti all'ordine del giorno, fra cui la mozione del centrosinistra per il superamento della "concessione unica" e lo scioglimento del Consorzio Venezia Nuova, e soprattutto l'approvazione del rendiconto di bilancio del 2013. Anche oggi il Consiglio è iniziato tra le urla di protesta del pubblico presente, e quando il presidente Turetta ha dato inizio alla numero legale si è levato il coro «A casa».
Prima dell'inizio dei lavori del consiglio comunale, nella zona aperta al pubblico si è ripetuta la contestazione nei confronti dei consiglieri e della giunta, seppur in toni più blandi rispetto all'ultima infuocata seduta svoltasi a Mestre la settimana scorsa. Molte le persone che si sono unite ai cori «dimissioni», mentre altri hanno esposto striscioni con slogan quali «Malaffare veneziano: Corte dei conti pensaci tu» e «Tangentopoli 1992=Mose 2014. Stesso film».
«Ritengo che il mio compito sia definitivamente concluso con le dimissioni da me rassegnate nei giorni scorsi». Si apre così la lettera, letta dal presidente del consiglio comunale Roberto Turetta, con cui il sindaco dimissionario di Venezia, Giorgio Orsoni, spiega la sua assenza oggi alla seduta dell'assemblea municipale. «La mia assenza - precisa Orsoni - non significa dissenso circa la delibera di approvazione del consuntivo, né tanto meno circa la mozione di scioglimento del Consorzio Venezia Nuova. Auspico che una forte presa di posizione del consiglio comunale possa contribuire ad affrontare il problema con la determinazione necessaria, risolvendo situazioni critiche ancora in atto».
Dopo l'ennesima interruzione dei consiglieri per i cori del pubblico che invitavano i rappresentanti dell'assemblea municipale di Venezia a dimettersi, il presidente, Roberto Turetta, è stato costretto a interrompere per 5 minuti i lavori, minacciando lo sgombero dell'aula da parte delle forze dell'ordine.
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