MESTRE - tornata a casa alle otto del mattino di domenica, dopo il lavoro, e non ha trovato il marito. Sono cominciate così le ore di angoscia per Domnica...
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L’INCHIESTA Dal referto del Pronto soccorso dell’ospedale di Mestre non risulta che sia stato Daniele Rizzardini a chiedere di essere dimesso e rimandato a casa dopo essere stato visitato e sottoposto ad alcuni esami nella notte tra sabato e domenica. Il documento stilato dal medico che ha preso in carico il paziente si conclude con un generico “invio al medico curante”, senza alcun richiamo ad una eventuale richiesta del paziente di voler tornare a casa.
In una nota diramata lunedì dall’ufficio stampa dell’Ulss Serenissima è stato invece dichiarato che è stato Rizzardini «nonostante la proposta dei medici di un ulteriore periodo di osservazione, a chiedere di essere dimesso», dopo che «le visite e gli esami eseguiti – compresa la Tac e la valutazione neurologica – non avevano evidenziato elementi di urgenza».
Il sostituto procuratore che sta indagando sull’episodio, Stefano Buccini, affiderà domani al dottor Antonello Cirnelli l’incarico di eseguire l’autopsia per accertare le cause del decesso, ma anche per capire se un tempestivo intervento dei sanitari avrebbe potuto evitare la morte dell’uomo. Con molte probabilità il magistrato cercherà anche di chiarire la questione relativa a chi ha deciso di dimettere il paziente, rimandandolo a casa. La Procura ha iscritto sul registro degli indagati il medico del Pronto soccorso: un atto dovuto, hanno precisato gli inquirenti, per consentirgli di partecipare all’autopsia con un esperto di propria fiducia e potersi difendere nel caso in cui dovessero emergere responsabilità.
Personaggio eclettico e colto, Rizzardini, originario di Venezia, aveva raggiunto da giovane la Gran Bretagna e vi aveva abitato per anni salvo poi tornare in Italia, in Toscana dove si era occupato di gestione di alberghi e, per vent‘anni, di quello che lui considerava un suo figlio, Borgo Pretale a venti chilometri da Siena, che aveva trasformato in un hotel di prestigio. Amava leggere - la biblioteca di Marghera era la sua seconda casa - e adorava la fotografia che diventa arte. Otto anni fa, il ritorno a Marghera dove viveva con la moglie, di origine moldava, sposata 12 anni fa.
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Il Gazzettino