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Sulla sedia del sindaco, nel municipio di Val di Zoldo, siede da qualche giorno Chiara: una ragazza di 13 anni. In mezzo a fogli, fascicoli e documenti si è ricavata uno spazio per i suoi effetti personali: quindi astuccio, quaderno ad anelli, agenda. Vicino ai piedi la cartella. È la sua nuova postazione per la didattica a distanza. A casa sua, infatti, telefono e wifi mancano dal 28 gennaio a causa di un guasto alla linea telefonica. Così, ieri mattina, il sindaco Camillo De Pellegrin le ha messo a disposizione il suo ufficio dove potrà rimanere «fino a quando non sarà risolto il problema». Il primo cittadino, nel frattempo, si è trasferito in un’altra stanza del municipio. Domani saranno 50 giorni che la linea telefonica della famiglia Bellinaso è muta. E da lunedì il Veneto è passato in zona rossa. Con le scuole chiuse e due figlie a casa, costrette a seguire le lezioni dallo schermo di un computer, il piccolo inconveniente tipico dei paesi di montagna si è trasformato in un vero e proprio disagio a lungo termine che si spera possa essere risolto al più presto. La famiglia abita nella frazione di Foppa, in Val di Zoldo, e appena è saltata la linea sono cominciate le chiamate, le segnalazioni e poi i sopralluoghi da parte della compagnia. «Quando sono venuti mi hanno detto che la linea è saltata fino a Dozza, 3 chilometri più in basso» ha spiegato Paolo Bellinaso. Il risultato è che sono rimasti senza telefono fisso e soprattutto senza internet. Non che prima la linea decollasse: «I tempi erano molto lunghi, 50 ore per un aggiornamento, 5 minuti per accedere alla schermata Google» e dovevano stare attenti a non collegare troppi dispositivi al wifi, «ma almeno la connessione c’era».
UN SOGNO CHIAMATO FIBRA OTTICA
Appena 5 chilometri più in basso c’è la fibra ottica. Da loro arriverà a novembre. Il tecnico, ieri mattina, ha spiegato che la linea attuale è vecchia e potrebbe essersi interrotta durante le nevicate di fine gennaio. In ogni caso «andrebbe sostituita completamente». Intanto Paolo Bellinaso continua a pagare le bollette. Quelle sì, arrivano puntuali. «Spero che mi daranno un risarcimento – ha sottolineato – sto pagando un servizio che non riesco a utilizzare». Nei prossimi giorni la compagnia telefonica dovrebbe riuscire a sistemare temporaneamente la linea. Tuttavia il problema rimane: «Bella la montagna ma solo per chi ci viene il sabato e la domenica. E per chi ci vive?» si è sfogato Paolo Bellinaso. Lui, la montagna, l’ha scelta. Da giovane si è spostato da Vicenza a Zoldo, nella casa dei nonni, e lì ha costruito la sua vita. «Sto bene ma siamo nel 2021. Dateci la possibilità di vivere in montagna alle stesse condizioni di una persona che abita a Longarone. Ci sentiamo l’ultima ruota del carro. Il sindaco sta facendo il possibile».
L’ULSS
Proprio ieri l’Ulss Dolomiti ha diffuso un vademecum per i genitori che devono assistere i loro figli durante la didattica a distanza: «I ragazzi - spiega l’azienda sanitaria - vivono le emozioni, paure e speranze degli adulti di riferimento. L’adulto deve quindi monitorare quanto comunica ed esprime e non chiedere al ragazzo quanto lui stesso fatica a tollerare. La condivisione degli stati d’animo va privilegiata al rimprovero».
LA SPERANZA
Con l’inizio della didattica a distanza sono iniziati i problemi veri.
Il Gazzettino