VENEZIA - Formalmente sono gli articoli 11 e 12 del progetto di legge sul contenimento del consumo di suolo. E tecnicamente si chiamano “disposizioni finali e...
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In attesa degli emendamenti che saranno messi ai voti, il testo che entrerà in aula domattina prevede che siano «sempre consentiti» gli interventi di urbanizzazione consolidata, i lavori di riqualificazione, le opere di interesse pubblico, le iniziative dello Sportello unico attività produttive, l’edilizia agricola, le attività di cava, il Piano Casa, le aree commerciali. «Nessuno è contro lo sviluppo del Veneto, ma questa legge, piena zeppa di deroghe, rischia di essere fortemente depotenziata», dicono i dem Stefano Fracasso, Bruno Pigozzo, Graziano Azzalin e Andrea Zanoni, annunciando una raffica di richieste soppressive. «Neanche i costruttori – afferma però Giovanni Salmistrari, presidente di Ance Veneto – si oppongono al principio della limitazione del consumo di suolo vergine. Tuttavia lo stop alle nuove costruzioni deve necessariamente accompagnarsi a un rafforzamento delle politiche di rigenerazione urbana: ci sono ancora troppi ostacoli che impediscono lo sviluppo di un mercato del recupero, della demolizione e della ricostruzione dell’esistente. Occorre pertanto che la nuova legge non tocchi i diritti acquisiti in aree già rese edificabili e non blocchi interventi di trasformazione approvati dai Comuni. Rischieremmo, viceversa, una lunga stagione di contenziosi istituzionali e di incertezza su investimenti già programmati». Rispetto ai procedimenti già in corso all’entrata in vigore della nuova normativa, l’opposizione vorrebbe invece salvare solo i piani già convenzionati, non quelli semplicemente annunciati nei municipi.
Altro motivo di scontro sarà poi l’entità della copertura finanziaria. «C’è bisogno di risorse vere per l’attuazione pratica della legge – osserva Monica Pavan, presidente di Cna Costruzioni Veneto – specialmente per incentivare le attività di riuso, recupero e riqualificazione. Oggi il testo in discussione prevede uno stanziamento di 50.000 euro che noi riteniamo non solo inadeguati, ma addirittura ridicoli». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino