Deroghe cubature, battaglia finale Appello dell'Ance: «Evitare lo stop»

Deroghe cubature, battaglia finale Appello dell'Ance: «Evitare lo stop»
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VENEZIA - Formalmente sono gli articoli 11 e 12 del progetto di legge sul contenimento del consumo di suolo. E tecnicamente si chiamano “disposizioni finali e transitorie”. Ma di fatto si tratta di tutto quello che potrà essere edificato in Veneto, al di là dell’obiettivo “zero” fissato per il 2050. È su questo lungo elenco di deroghe che nei prossimi due giorni si consumerà la battaglia decisiva in consiglio regionale: una resa dei conti a cui guardano con attenzione (e preoccupazione) le associazioni di categoria.


In attesa degli emendamenti che saranno messi ai voti, il testo che entrerà in aula domattina prevede che siano «sempre consentiti» gli interventi di urbanizzazione consolidata, i lavori di riqualificazione, le opere di interesse pubblico, le iniziative dello Sportello unico attività produttive, l’edilizia agricola, le attività di cava, il Piano Casa, le aree commerciali. «Nessuno è contro lo sviluppo del Veneto, ma questa legge, piena zeppa di deroghe, rischia di essere fortemente depotenziata», dicono i dem Stefano Fracasso, Bruno Pigozzo, Graziano Azzalin e Andrea Zanoni, annunciando una raffica di richieste soppressive. «Neanche i costruttori – afferma però Giovanni Salmistrari, presidente di Ance Veneto – si oppongono al principio della limitazione del consumo di suolo vergine. Tuttavia lo stop alle nuove costruzioni deve necessariamente accompagnarsi a un rafforzamento delle politiche di rigenerazione urbana: ci sono ancora troppi ostacoli che impediscono lo sviluppo di un mercato del recupero, della demolizione e della ricostruzione dell’esistente. Occorre pertanto che la nuova legge non tocchi i diritti acquisiti in aree già rese edificabili e non blocchi interventi di trasformazione approvati dai Comuni. Rischieremmo, viceversa, una lunga stagione di contenziosi istituzionali e di incertezza su investimenti già programmati». Rispetto ai procedimenti già in corso all’entrata in vigore della nuova normativa, l’opposizione vorrebbe invece salvare solo i piani già convenzionati, non quelli semplicemente annunciati nei municipi. 

Altro motivo di scontro sarà poi l’entità della copertura finanziaria. «C’è bisogno di risorse vere per l’attuazione pratica della legge – osserva Monica Pavan, presidente di Cna Costruzioni Veneto – specialmente per incentivare le attività di riuso, recupero e riqualificazione. Oggi il testo in discussione prevede uno stanziamento di 50.000 euro che noi riteniamo non solo inadeguati, ma addirittura ridicoli». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino