Denuncia la moglie per maltrattamenti, atti persecutori, diffamazione e calunnia. Insomma, quando il presunto stalker è donna. Non ne poteva davvero più la vittima,...
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Con il tempo il commerciante si trova costretto a girare con una valigia con i suoi beni più preziosi, portandosela ogni giorno al lavoro, perfino in bagno. Alla fine l’uomo, temendo per la sua incolumità, decide di lasciare casa. Mentre si tenta la causa di separazione, la donna passa al contrattacco sui social: in Facebook e Instagram produce post diffamatori verso il marito, accusandolo apertamente (con tanto di foto) di essere violento verso le donne e tirando in ballo anche la sua attività commerciale, non senza danni per i suoi affari. Ciliegina sulla torta, quantomai indigesta, di questo squinternato matrimonio è la convocazione in caserma dell’uomo da parte dei carabinieri, dopo che la moglie ha presentato nei suoi confronti una denuncia penale per lesioni personali: dice di essere stata strattonata e spintonata con conseguenti ferite guaribili in alcuni giorni.«Mai alzato le mani» giura l’uomo, che a quel punto, di fronte all’ennesima falsità, decide di querelare la moglie per calunnia. Ma non solo: la cita anche per diffamazione aggravata a causa dei post social, per maltrattamenti in famiglia a causa dei danneggiamenti subiti e per atti persecutori, visto che, sempre a detta dell’uomo, la moglie si apposta anche davanti alla sua attività e sotto l’abitazione della nuova compagna. Inoltre, ogni volta che lui torna nella casa di famiglia, a fianco di quella coniugale, per trovare il padre, lei lo filmerebbe con una videocamera. Esasperato ora l’uomo chiede all’autorità giudiziaria una misura cautelare nei confronti di quella che, a oggi, è ancora a tutti gli effetti sua moglie. Mai come in questo caso: agosto, moglie mia non ti conosco. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino