Dentisti, corsa alla pensione: se ne vanno oltre 50

Dentisti, corsa alla pensione: se ne vanno oltre 50
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PORDENONE - Da qui a qualche anno andranno in pensione circa il 15 per cento degli odontoiatri che operano nella Destra Tagliamento. Considerando che quelli abilitati alla professione e che sono iscritti all'albo sono 360, saranno poco più di una cinquantina quelli che avranno diritto alla quiescenza. Sono numeri importanti per il territorio che comunque non potrebbero averre anche ripercussioni negative sui pazienti. «La libera professione di noi dentisti spiega Alessandro Serena, presidente dell'Albo degli odontoiatri della Destra Tagliamento è diversa da quella dei colleghi di medicina di base che dipendono dell'Azienda sanitaria. La loro carenza, in vista di prossimi pensionamenti, potrebbe creare qualche problema qualora non venissero effettuate nuove nomine. Per gli odontoiatri è diverso: a parte il fatto che ci sarebbero più colleghi della media che da qui ai prossimi due lustri andranno in pensione, è anche vero che, specie negli ultimi anni, è cresciuto il numero di pazienti che si rivolge al servizio di odontoiatria sociale o trova altri canali per curarsi».

IL TRENDNella Destra Tagliamento il rapporto tra dentisti liberi professionisti e pazienti è uno ogni duemila. «Purtroppo ammette Serena sempre meno giovani decidono di aprire uno studio, dal momento che ciò comporta impegno e, soprattutto, investimenti importanti in termini economici. Spero che qualcuno possa prendere coraggio. Esiste infatti una difficoltà nel passaggio generazionale: un fatto che deve essere tenuto in considerazione, ma che, ripeto, non può rappresentare una fonte di allarmismo».
IL RICAMBIODiversa è la situazione a livello nazionale, dove una percentuale molto elevata dei circa 60mila dentisti operanti oggi in Italia è in una fascia di età prossima alla pensione. «Nei prossimi 6-7 anni smetteranno l'attività professionale. Si parla di un esodo di una quindicina di migliaia di persone», ha affermato all'Ansa Mario Zearo, amministratore delegato di Advan, società di impiantologia e assistenza chirurgica dentaria con sede ad Amaro durante un forum. A fronte di queste fuoriuscite, secondo Zearo, sarà molto difficile garantire un ricambio, perché per l'accesso a Odontoiatria c'è un numero chiuso, gli atenei hanno limiti dovuti a strutture e finanziamenti. Oggettivamente - ha aggiunto - sarà difficile che si possa recuperare».
I CAMBIAMENTISul fronte terapeutico, ha poi osservato l'amministratore delegato di Advan, il settore «sta cambiando radicalmente. Sono nate da alcuni anni le catene delle cliniche odontoiatriche improntate su un concetto di investimento del capitale, di grande efficienza e quindi di particolare attenzione alle nuove tecnologie, identificate nel digital workflow». Ammesso e non concesso che ognuno fa le scelte che ritiene opportune «è dovere dei dentisti, che svolgono la libera professione, informare dei rischi che i loro pazienti corrono quando si rivolgono a cliniche dell'Est Europa o ai cosiddetti centri low cost. Molte volte - ricorda il presidente Serena - spiace constatare che, a fronte di una spesa contenuta, vengono offerte false soluzioni».

LA CONCORRENZAIl vento, tuttavia, pare essere abbastanza cambiato. «Ora la concorrenza nel settore ammettere Serena se la stanno facendo le cliniche straniere e quelle low cost. Fortunatamente nella legge di bilancio nazionale del 2018 sono state introdotte norme stringenti per la nostra categoria, che vietano di promuovere pubblicità ingannevole ed obbligano le cliniche a nominare un direttore sanitario che deve essere iscritto all'albo degli odontoiatri dell'ordine territoriale a cui fa riferimento il centro specializzato stesso».
Alberto Comisso Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino