OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PADOVA - Proseguono le indagini sul delitto di Matteo Toffanin. Il 23enne, ucciso per uno scambio di persona, il 3 maggio del lontano 1992 in via Tassoni alla Guizza. Il pubblico ministero Roberto D'Angelo, titolare del fascicolo, ha già iscritto nel registro degli indagati due ex luogotenenti della Mala del Brenta: Andrea Batacchi di 60 anni, l'ex marmista di Mortise, e Sergio Favaretto 69 anni di Cadoneghe. Nel primo pomeriggio di giovedì gli inquirenti si sono recati nella casa circondariale Due Palazzi, per andare a sentire un altro uomo di Felice Maniero. Achille Pozzi, 63 anni, finito in manette lo scorso settembre quando gli uomini della Squadra mobile nel suo garage hanno trovato e sequestrato armi, droga e veicoli rubati. Ai poliziotti non ha rivelato nulla di utile alle indagini, ma ha giurato che «Marino Bonaldo nel giro è considerato un infame». Altro ex di quella che fu la mafia del Nordest, sarebbe stato lui il vero obiettivo dell'agguato di 31 anni fa. Gli investigatori, nei prossimi giorni, dovranno anche riascoltare tutte le intercettazioni telefoniche dell'epoca. I sospettati, allora, gravitavano nella malavita organizzata siciliana. Ma in un paio di telefonate sarebbe racchiusa la pista della Mala del Brenta. Lunedì, poi, è stata convocata in Procura l'ex amante di Bonaldo. Quella sera, il 3 maggio del 1992, i due erano stati ad Abano per mangiare un gelato. Di ritorno dal comune termale erano stati fermati per un controllo da una pattuglia dei carabinieri.
«Era un infame»
Pozzi al pubblico ministero ha detto poco «Mi spiace non mi ricordo e non so nulla». E ancora: «A me non piaceva tanto stare con Felice Maniero perchè era un accentratore, preferivo lavorare in proprio». Insomma, nulla di utile alle indagini. Ma quando gli sono state poste alcune domande su Marino Bonaldo, Pozzi non si è fatto di certo pregare. «Bonaldo nel nostro giro è considerato un infame. Lui ha fatto il nome di chi gli sparò nella pancia».
Le intercettazioni
Gli uomini della Squadra mobile, nei prossimi giorni, dovranno riascoltare le intercettazioni telefoniche dell'epoca. Dopo l'omicidio di Matteo, nel mirino degli inquirenti erano finiti alcuni malavitosi siciliani. Tutte le loro conversazioni, nel corso di alcuni mesi, sono state intercettate. E in un paio di telefonate avrebbero fatto i nomi di alcuni componenti della ex Mala del Brenta. Colonnelli e luogotenenti di Felice Maniero. Adesso quelle intercettazioni potrebbero portare uno spiraglio di luce su un caso rimasto irrisolto da trentuno anni.
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino