Spoon River mestrina, una mappa con i defunti illustri della città: da Toniolo a Caprioglio

Spoon River mestrina, una mappa con i defunti illustri della città: da Toniolo a Caprioglio
MESTRE - La Spoon River di Mestre è una mappa, aggiornata e affissa pochi giorni fa alle porte del cimitero, sulle pareti dell'obitorio di via Santa Maria dei Battuti....

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MESTRE - La Spoon River di Mestre è una mappa, aggiornata e affissa pochi giorni fa alle porte del cimitero, sulle pareti dell'obitorio di via Santa Maria dei Battuti. Un omaggio - che cade in occasione della celebrazione dei defunti - alle sepolture illustri di persone note per la loro attività, che hanno lasciato traccia del loro passaggio nella toponomastica, e non solo, della città.

Come Domenico Toniolo, l'imprenditore promotore di tanti edifici della Mestre del primo Novecento, o don Francesco Brazzalotto, l'arciprete cui si deve la chiesa dei Santi Gervasio e Protasio a Carpenedo. Ma fra le decine di tombe illustri indicate nella mappa, e facilmente raggiungibili per chi abbia un po' di tempo, ci sono anche nomi storicamente più vicini a noi, come quelli dell'on. Gianni Pellicani e del collega Costante Degan, di monsignor Valentino Vecchi e di don Franco De Pieri (sepolto fianco a fianco, con il secondo che idealmente s'inchina alla tomba del suo maestro), fino all'architetto Gianni Caprioglio, scomparso improvvisamente pochi mesi fa. Per non parlare di Matteo Vanzan, il militare morto nell'attacco di Nassiriya in Iraq, che riposa a poche centinaia di metri dalla storica caserma Matter dei lagunari.

Ad aggiornare e riposizionare in cimitero la targa è stato il Centro studi storici di Mestre assieme a Veritas, l'azienda che cura i servizi cimiteriali con la quale è in atto da tempo una collaborazione. «Da anni - spiega il presidente del Centro, Roberto Stevanato - esercitiamo una sorta di pressing per sollecitare il restauro delle tombe più antiche, alcune delle quali cadevano letteralmente a pezzi». Con il suggerimento del Centro numerose sepolture sono state ripulite e rese più visibili. Ma l'associazione che promuove da decenni il recupero della storia cittadina ha fatto anche di più: «Siamo in attesa - prosegue il professor Stevanato - di pubblicare un'opera che aggiorna e completa una precedente guida al cimitero di Mestre, con un saggio sulla storia di questo e dei luoghi nei quali in precedenza avvenivano le sepolture».
Alla base dell'opera c'è una ricerca d'archivio resa più complessa dalla difficoltà di accedere ai documenti conservati nell'edificio comunale al rione Pertini.

«Da tempo - prosegue il presidente del Centro studi storici - chiediamo che l'archivio comunale sia posto in centro, assieme a un museo della città che al momento non esiste». Per adesso, accontentiamoci delle testimonianze dei cittadini che hanno fatto la storia della città, in tutti i campi: dal sindaco Napoleone Ticozzi al partigiano Erminio Ferretto, dallo scultore Alberto Viani all'avvocato Piero Bergamo, fino al manager musicale Tony Tasinato e a Lucio Quarantotto, che da Mestre ha fatto cantare il mondo. 
 

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Il Gazzettino