Dice «teron» all'arbitro: Daspo al mister, ma lui non ci sta e ricorre al Tar

Dice «teron» all'arbitro: Daspo al mister, ma lui non ci sta e ricorre al Tar
PORDENONE - Il Daspo ai danni del mister ha fatto rumore. Nel mondo del calcio dilettantistico (e non solo), ieri non si parlava d'altro. La vicenda sui mass-media ha avuto...

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PORDENONE - Il Daspo ai danni del mister ha fatto rumore. Nel mondo del calcio dilettantistico (e non solo), ieri non si parlava d'altro. La vicenda sui mass-media ha avuto un'eco a livello nazionale. Riassumendo: Flavio Giust, ex difensore e centrocampista, ora tecnico degli Esordienti del Fontanafredda, è stato colpito lunedì dal provvedimento che gli impedisce di accedere ai luoghi in cui si svolgono le manifestazioni sportive. Il divieto è stato disposto dal questore Marco Odorisio, dopo l'indagine della Digos legata alla sfida giovanile disputata il 9 novembre al XXV Aprile di Sacile tra i giovani padroni di casa e i pari età rossoneri, guidati dallo stesso Giust. Il motivo? L'allenatore, in base alle dichiarazioni di alcuni genitori raccolte dagli inquirenti, avrebbe definito teron il dirigente arbitro della gara, tenendo inoltre un comportamento verbalmente e materialmente violento durante il confronto calcistico. Da qui lo stop per un anno. Ma proprio qui le tesi divergono. Giust giura di non avere utilizzato quel termine (del resto, nel referto di fine partita stilato dal fischietto pro tempore non c'è traccia della frase incriminata) e gli stessi dirigenti della Sacilese, che si trovavano dietro la sua panchina insieme a un osservatore dell'Udinese, gli danno ragione. Così il mister, affidandosi all'avvocato udinese Nadir Plasenzotti, ha deciso di ricorrere subito al Tar per ottenere la sospensione del provvedimento.

 
«Devo tutelare il mio nome e quello della mia società - dichiara Giust, che abita e lavora nella città del Livenza -. Non nego di aver detto tre parolacce, nella foga del momento, ma altro non c'è stato. Mi consola il fatto che i genitori dei miei ragazzi, il mio club e tanti amici credano alle mie parole, offrendomi pieno sostegno».
IL SOSTITUTONel frattempo, però, i suoi piccoli calciatori (hanno 11 e 12 anni) sabato torneranno in campo. Sono 28, divisi in due diverse formazioni: la prima giocherà a Villanova, l'altra contro la Spal Cordovado. Al suo posto in panchina, sul rettangolo dei neroarancio pordenonesi, dovrebbe sedersi Vincenzo Napolitano. È stato il vice di Giust nella stagione 2018-19 e ora guida la compagine dei nati nel 2009. Una situazione che si vorrebbe provvisoria, in attesa di una riabilitazione del titolare. Si vedrà: di certo i tempi non saranno brevi. Quindi? «Rispetto i contenuti del Daspo, com'è giusto che sia. Continuerò allora a seguire la squadra da lontano - assicura il quarantaduenne -, magari via streaming».
LA VEGLIAUn segnale importante a suo favore è arrivato martedì sera dalle famiglie dei baby calciatori, riunitesi per discutere il caso e disposte a garantire pieno sostegno all'istruttore dei loro figli. Fronte compatto: non mancava nessuno e tutti si sono dichiarati d'accordo. «Vogliamo che Flavio - è stata la tesi emersa dalla veglia serale - continui a guidare il gruppo». Così potrà proseguire anche il percorso che ha avviato in materia di utilizzazione di social e telefoni cellulari, impegno scolastico, regole. In quale modo, si vedrà strada facendo.

L'ITERIl Daspo viene emesso dall'Ufficio misure di prevenzione della Divisione anticrimine. Solitamente colpisce il tifo bollente (è successo anche in provincia), gli ultras protagonisti di tafferugli o insulti a sfondo razziale, nonché l'introduzione di armi e fumogeni allo stadio. Tuttavia la normativa prevede punizioni per tutti coloro che evidenziano un'indole potenzialmente pericolosa, attraverso comportamenti che incitano, inneggiano e inducono alla violenza, con turbativa per l'ordine pubblico e la sicurezza. Nel caso di Sacile, ha rilevato il questore Odorisio, c'è pure l'aggravante legata ai minori.
Pier Paolo Simonato
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Il Gazzettino