Container, polvere e nave da guerra, il panorama dei crocieristi al terminal

MESTRE - Nuvole di polveri pesanti fatte di metalli e carbone si spostano sopra al porto commerciale di Marghera dove nei fine settimana ormeggiano anche le grandi navi da...

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MESTRE - Nuvole di polveri pesanti fatte di metalli e carbone si spostano sopra al porto commerciale di Marghera dove nei fine settimana ormeggiano anche le grandi navi da crociera sfrattate dalla Marittima di Venezia. I terminal destinati ad ospitare temporaneamente quelle navi sono il Vecon e il Tiv, entrambi nati per movimentare migliaia di container. In mezzo ai due c’è il terminal Trv (Terminal rinfuse varie) che si affaccia sul canale industriale Ovest e sul canale dei Petroli. Quando tira vento forte dalle banchine di quel terminal, ma non solo quello, si sollevano nuvole dense di polveri pesanti, fatte sostanzialmente, appunto, di metalli e carbone. E a seconda della direzione del vento quelle nuvole sporche e velenose possono spostarsi anche verso il Vecon o il Tiv investendo pure le navi bianche. L’unico lato positivo, in quelle occasioni, è che i passeggeri, invece dei terminal commerciali e industriali, ammirano il panorama della nebbia e quindi pesa meno la mancanza di Venezia.

Ai problemi generati dalla commistione del traffico crocieristico con quello delle navi industriali e commerciali (ma sabato scorso c’era anche una nave da guerra americana), che insistono sugli stessi canali, se ne aggiunge, dunque, un altro che il Governo, quando ha varato il decreto per bloccare il transito davanti al bacino di San Marco, non ha minimamente preso in considerazione. I lavoratori dei terminal portuali conoscono bene il fenomeno perché lo respirano ogni volta che si verifica, e da anni protestano per le condizioni sanitarie e per difendere la loro salute. «Il rischio salute è solo per i passeggeri o anche per i lavoratori? Visto che viene citato il rischio Seveso per i siti di interesse comunitario com’è Porto Marghera e che viene ribadito nell’ambito dei processi autorizzativi per sistemare temporaneamente le navi bianche nei terminal industriali, perché nessuno si occupa dei nostri polmoni e dei nostri occhi? - afferma Alessandro Gabotti della Cub Trasporti - Nubi di polvere di rottami di ferro, ghisa, carbone e altro vengono respirate dai passeggeri delle navi da crociera una volta ogni tanto, mentre noi le respiriamo ogni volta che tira vento, e non serve che sia molto forte perché le particelle si sollevino. Noi, insomma, le respiriamo sempre ma nessuno dice nulla. E per quanto riguarda le navi da crociera, che si ormeggino al Tiv o al Vecon cambia poco perché il vento può tirare in qualsiasi direzione ma, al di là di questo, ribadiamo che la salute e per tutti non solo per chi viaggia sulle navi bianche». 

 

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Il Gazzettino