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PORDENONE - Nessuna intenzione di ficcare un cuneo nella maggioranza regionale nella quale, per appartenenza si riconosce, così come nessuna intenzione di fare processi all'assessore alla Sanità. Però, il Cro è una istituzione in provincia e in regione. E non si tocca. Il sindaco Alessandro Ciriani scende in campo su una questione decisamente spinosa perchè da un lato di tratta di fare un muro a difesa dell'istituto oncologico, dall'altro di non alzare fuoco amico. Devo dire - mette subito le mani avanti il primo cittadino di Pordenone - che mi riconosco in pieno nella linea che i tre consiglieri regionali (Markus Maurmair, Alessandro Basso e l'assessore Cristina Amirante ndr.) hanno tracciato con la loro uscita sul Gazzettino che ha sollevato la questione. Il Cro, ovviamente non può essere messo in discussione, da nessun punto di vista e - va avanti - se ci sono delle problematiche da affrontare e risolvere dovremo farlo tutti insieme perchè il centro è un patrimonio dell'intera regione».
RESPONSABILITÁ
La difesa del Cro, dunque, è assicurata anche da parte del primo cittadino di Pordenone, non poteva che essere così.
IL RUOLO
Resta da capire però un fatto fondamentale che è legato al piano oncologico regionale. Il ruolo del Cro, se si vuole mettere in cassaforte la denominazione di Irccs all'istituto avianese, è quello di avere la guida della rete oncologica regionale. Ma non è tutto. È fondamentale, infatti, che tutti gli ospedali, da Pordenone a Udine, passano per Trieste e Gorizia, abbiamo un ruolo primario nella cura dei tumori, puntando ovviamente su quelle specialità oncologiche in cui oggi sono già forti. Al Cro il ruolo di coordinamento, la gestione generale del malato, la verifica del protocollo quando è necessario puntare su trattamenti personalizzati e ovviamente la ricerca. Resta da capire se a queste condizioni ci stanno tutti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino