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In un solo anno, costi delle utenze aumentati del 300 per cento: Confcommercio chiede così ai negozi di esporre in vetrina le bollette, un modo per rendere consapevoli clienti e politica di un problema che grava pesantemente sulle attività. Secondo l’associazione di categoria, infatti, il caro energia sta assumendo il profilo di una vera emergenza con aumenti esponenziali e con prospettive di ulteriore peggioramento che mettono a rischio la sopravvivenza di molte imprese, soprattutto considerando che presto arriverà la stagione fredda. Da parte sua Confcommercio Fipe ha deciso di lanciare l’iniziativa “Bollette in vetrina” con l’obiettivo di informare i consumatori e più in generale i cittadini sulla situazione di difficoltà che le imprese continuano a vivere dopo oltre due anni di misure restrittive dovute alla pandemia.
L’APPELLO
«Di fronte a una fase di rinnovata emergenza – ha spiegato il presidente di Confcommercio Udine, Giovanni Da Pozzo –, si intende stimolare le imprese ad esporre sulle vetrine dei propri locali l’ultima bolletta di luce o di gas o di entrambe e quelle relative allo stesso periodo di un anno fa».
LE MISURE
Incrementi che in qualche modo bisogna coprire: «Nel caso dei pubblici esercizi – ha continuato Dalla Mora -, gli aumenti dei costi sono stati in gran parte assorbiti dall’impresa, ma in minima parte potrebbero essere riversati sul prezzo finale, altrimenti non si riesce a far quadrare il bilancio. Basta pensare che di fronte ad un’impennata del 300% dei costi delle forniture di energia elettrica e gas e un’inflazione accertata che si aggira sull’8,5%, i pubblici esercizi hanno mediamente ritoccato i listini solo del 4,4%. Se queste sono le premesse, però, non possiamo aspettarci un grande inverno: sicuramente alcune attività non riusciranno a sostenere questi aumenti e non potendoli riversare interamente sul prodotto finito al cliente, rischieranno di non farcela e chiudere. In questo momento – ha concluso -, si naviga a vista, ma stiamo aspettando gli interventi che, come Fipe, sollecitiamo, ossia l’estensione del credito d’imposta anche al secondo e al terzo trimestre».
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Il Gazzettino