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VENEZIA Se il comparto turistico a Venezia ha sofferto l'inverosimile ormai da più di un anno (dall'acqua alta a 187 del 12 novembre 2019), la categoria dei gondolieri è letteralmente in ginocchio. Perfino in questi giorni qualche visitatore straniero si vede a Venezia, arrivato non si sa come, ma le gondole rimangono lì, vuote e abbandonate. Hanno lavorato poco lo scorso inverno, poi c'è stato il lockdown e la breve ripresa estiva e autunnale. Poi il nulla.
«Fino ad ora, compreso il lockdown sono sette mesi che lavoriamo poco o niente. E da ottobre non è arrivato più nessuno - spiega Andrea Balbi, presidente dei gondolieri - garantiamo il servizio da parada, ma per il resto c'è poco da fare. Arriveremo ad aprile e maggio con 10 mesi senza lavoro. Alcuni colleghi sono in grosse difficoltà e ci si cerca di aiutare a vicenda per come si può».
SITUAZIONE PESANTE
Sul fronte dei ristori, poco o nulla, come per le altre attività turistiche.
«Durante il lockdown abbiamo avuto due ristori da 600 e uno da 1000 euro. Siamo entrati poi nel ristoro bis da mille euro in novembre e ottobre. Questo è tutto quello che abbiamo incassato per sette mesi che non si lavora e arriveremo a 10 mesi, forse un anno.
C'È CHI CERCA LAVORO
Non sempre è stato possibile risparmiare in vista delle avversità e molti sono rimasti in trappola.
«C'è chi si è preso la gondola nuova, chi ha aiutato i figli - continua Andrea Balbi - chi ha comprato casa e ci si trova in grandi difficoltà. Sento che adesso parlano di un altro ristoro e speriamo che arrivi. Intanto, ascolto e incontro i colleghi tutti i giorni e so che qualcuno pensava di fare qualche altro lavoro nel mentre perché bisogna sopravvivere. C'è chi ha usato il prestito dallo Stato per tirare avanti».
Ma non è finita, perché la crisi è a cascata.
LA FILIERA
«Con noi sta in difficoltà tutta la filiera del mondo della gondola. Stiamo rischiando - conclude - di perdere le barche, rischiamo che qualche squerarolo chiuda. Senza interventi esterni non so come andrà a finire. Ci rivolgeremo anche alla Regione, perché i primi turisti se va bene li vedremo in giugno luglio e i primi ordini di gruppi sono per settembre. Sperando che il vaccino funzioni, se no non so come andrà a finire».
IL COMUNE
«Fin da subito abbiamo posto l'attenzione sulla profondità della filiera turistica - replica a distanza Simone Venturini, asssessore allo Sviluppo economico - che ha la sua peculiarità nelle città darte e innerva un po' tutta l'economia. Anche i più insospettabili dipendono dal turismo come coloro che fanno la contabilità delle aziende, oltre a chi fa il protagonista principale. Tra questi, i gondolieri sono la peculiarità veneziana e preoccupa il rischio che la ripresa arrivi sempre più tardi. Importante - conclude - è garantire la Cig ai dipendenti mentre agli autonomi e partite Iva bisogna che arrivino ristori più significativi. Terzo e più importante, la ripartenza, sempre che il Governo intenda coinvolgere le città d'arte. Qualche giorno fa abbiamo avuto l'incontro tra le 5 città metropolitane d'arte in cui si è evidenziata la necessità di un impegno forte del Governo visto che rappresentano la metà del Pil turistico italiano. La città è pronta a riaprire. Appena sentiamo lo sparo del via siamo pronti a rimettere in moto la città».
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