Caso criptovalute, l'avvocato di Nft scrive alla Procura: «Anche noi vittime»

LA TRUFFA La società Nft avrebbe fatto sparire 100 milioni di euro
TREVISO Dopo l’ennesima comunicazione di proroga dei pagamenti inviata ai clienti, l’avvocato Emanuele Giullini, uno degli amministratori della Nft di Silea,...

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TREVISO Dopo l’ennesima comunicazione di proroga dei pagamenti inviata ai clienti, l’avvocato Emanuele Giullini, uno degli amministratori della Nft di Silea, società accusata di aver fatto sparire oltre 100 milioni di euro appartenenti a una platea di 6mila persone che aveva deciso di investire denaro in criptovalute (con la promessa di interessi mensili del 10%, ndr), è tornato a farsi sentire. E stavolta fa nomi di società e amministratori che, secondo Giullini, non avrebbero “monetizzato” gli investimenti effettuati. Come dire che, a fronte di quei mancati pagamenti, la Nft non è in grado di saldare i debiti.

LA COMUNICAZIONE Carta intestata, firma digitale, logo della società e data del 22 dicembre scorso. Nella lettera inviata agli investitori (e indirizzata anche alle procure di Treviso, Roma e Milano ma anche al procuratore generale di Lugano, agli inglesi Financial Conduct Authority e Crime Investigation Department, all’americano Texas Department of Criminal Justice, oltre che a Crediti Suisse e Banco Montepio), Giullini scrive che «la società monetizzatrice Ypm Interests Llc nella persona del Ceo Austin Page e delle società Advisors Domus Construction Ag (legalmente rappresentata da Massimo Notarianni) e Mn Ufina Capital Ltd (legalmente rappresentate da Massimo Notarianni e da Graham Andrew Arnott) sono tuttora inadempienti al contratto sottoscritto in data 14 settembre 2022 in forza del quale Notarianni si obbligava al pagamento della prima tranche entro 60 giorni dalla firma, termine decorso il 14 novembre». E ancora: «A decorrere dal 21 novembre, Notarianni ha inoltrato comunicazioni della Ypm Interests Llc dove si parlava prima di “pochi giorni lavorativi”, poi di “48-72” ore per l’accredito dei fondi alla società monetizzatrice, la quale avrebbe quindi proceduto all’effettuazione del pagamento a Nostro favore». Sarebbe dovuto accadere, secondo Giullini, prima di Natale. Circostanza che però non si è verificata. Stando alle parole dell’avvocato romano, la Nft è in credito di 100 milioni di euro, ovvero l’ammontare della presunta truffa contestata dalla Procura di Treviso.

L’INVITO Rendendo note le mail, i nomi delle società (con tanto di numero di telefono) e degli amministratori, Giullini sottolinea che la stessa comunicazione è stata inviata alle autorità competenti di Italia, Emirati Arabi, Inghilterra, Svizzera, Portogallo e Stati Uniti, ha dato mandato di procedere nei loro confronti e dice che «sono state vagliate, per incrementare le probabilità di successo dell’operazione di recupero, ulteriori operatività il cui decorso verrà velocizzato». Ciò non toglie che, sempre nella stessa missiva, Giullini invita i clienti di Nft di contattare Notarianni o le società per avere informazioni riguardo al pagamento delle tranche in sospeso. Denaro per cui Credit Suisse avrebbe dato la propria garanzia e che sarebbe stato versato al Banco Montepio di Lisbona.

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Il Gazzettino