OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PORDENONE/UDINE - Da marzo 2020, cioè da quando è scoppiata la pandemia, nel reparto di Pediatria dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone, si è ridotto drasticamente il numero dei bambini ricoverati, perché l’utilizzo della mascherina protegge i più piccoli da infezioni e influenze. Purtroppo però è aumentato considerevolmente il numero dei pazienti adolescenti (su 30 posti letto disponibili, si arriva anche a 20 posti occupati da giovanissimi); si tratta di ragazzi ricoverati a causa di problemi legati a depressioni, nevrosi, o disturbi alimentari. Pazienti anche giovanissimi, la cui gestione ambulatoriale non è più sufficiente. Diventa così necessario il ricovero ospedaliero, che spesso si protrae per mesi. «Le problematiche alimentari - evidenzia il dottor Gianluigi Luxardi, responsabile del Centro per i disturbi alimentari di San Vito - sia anoressia che bulimia, sono aumentate durante la pandemia. Non si possono con certezza relazioni di causa-effetto ma sicuramente l’isolamento e l’assenza di relazioni potrebbe aver favorito l’insorgere di questi disturbi». Le patologie alimentari hanno una funzione “curativa” rispetto a disagi più profondi. Sono un modo per contenere, tollerare l’angoscia (finché mi concentro sul cibo non penso ad altro). Di fatto sono una reazione ad un problema di ansia o depressione strisciante che colpisce persone già vulnerabili. Spesso perfezionistiche, dipendenti dal risultato. Si illudono di poter controllare qualcosa: il cibo, senza dover dipendere dal giudizio altrui. Coloro che manifestano disturbi alimentari hanno difficoltà nella gestione della emotività, delle relazioni, della risoluzione dei problemi che la vita pone innanzi. Il Centro per i disturbi alimentari di San Vito aperto nel 1996 offre prestazioni ambulatoriali. «Ma ci sono persone che richiedono di essere seguite tutti i giorni, perché non riescono a continuare il programma delle cure da sole. Per questo - continua Luxardi - ci appoggiamo alla Pediatria di Pordenone». «Per aiutare i nostri pazienti ad avere una continuità con la vita quotidiana - ha dichiarato il primario Roberto Dall’Amico - abbiamo attivato la scuola in reparto. Ci sono docenti che vengono in corsia e fanno lezione. Questa scuola attivata in collaborazione con la Terza Drusin ha valore legale. Il progetto è seguito dalla professoressa Silvia Burelli». Oltre alla scuola, in Pediatria vengono offerti, grazie ai volontari, anche corsi di arte-terapia e musicoterapia che sono vere e proprie attività terapeutiche.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino