OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PORDENONE E UDINE - C’è un dossier, sul tavolo della Regione, che potrebbe essere tirato fuori e utilizzato per evitare che tutto il Friuli Venezia Giulia subisca restrizioni pesanti in vista del periodo natalizio. E comprenderebbe un’azione ad hoc per la provincia di Trieste, come già accaduto in passato con i territori di Udine e Gorizia.
È una sorta di extrema ratio, ma resta un’opzione praticabile se le cose dovessero mettersi davvero male nelle prossime settimane. La preoccupazione, è inutile nasconderlo, è figlia anche delle continue manifestazioni di piazza di Trieste - l’ultima, sabato, ha portato in centro ottomila persone senza mascherina né distanziamento - che costituiscono una parte dell’aumento dei contagi.
LA STRETTA
Un regime differenziato per la provincia di Trieste, al momento il principale focolaio dell’Italia intera? Per ora è impossibile. Non è una questione politica, ma legislativa. Le Regioni che si trovano in fascia bianca, infatti, secondo l’ultimo decreto contro il Covid non possono imprimere una stretta all’interno del loro territorio, in forma autonoma. Un “potere” stralciato rispetto al passato, almeno nella fascia di colore libera da restrizioni.
In questo momento, quindi, l’amministrazione regionale ha le mani legate.
L’IPOTESI
Se si abbandonasse il “bianco”, infatti, l’amministrazione regionale riacquisterebbe la facoltà di stringere la cinghia in particolari territori di sua competenza. È già accaduto alla fine dello scorso inverno, quando la variante inglese dilagava a Udine e Gorizia.
Allora Fedriga decise di “piazzare” in arancione le due province, salvo poi arrendersi e vedersi colorare tutta la regione allo stesso modo. Ecco cosa sarebbe possibile fare in caso di passaggio in zona gialla: provare a circoscrivere la situazione triestina con provvedimenti ancora più stringenti, con ordinanze regionali e divieti localizzati e non estesi, in modo tale da preservare il resto della regione. Ovviamente si agirebbe sul filo del rasoio, nel tentativo di non danneggiare l’economia. Ma una lieve stretta sarebbe possibile, e l’opzione - sotto traccia - è sul tavolo.
IL TIMORE
Tra dieci-quindici giorni, però, potrebbe essere già troppo tardi. Già negli ultimi bollettini diffusi dalla Protezione civile regionale, infatti, si evince un dato incontrovertibile: il virus si sta muovendo, non è più solo qualcosa di triestino. La provincia di Udine, ad esempio, nella seconda parte della settimana che si è conclusa ieri, ha visto un notevole aumento dei casi quotidiani.
«È una dinamica che conosciamo bene - ha detto il vicepresidente regionale Riccardo Riccardi - e nei prossimi giorni ci aspettiamo che il contagio si “sposti” per toccare tutte le province». L’ondata nata a Trieste diventerà quindi un fenomeno regionale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino