Il Covid miete un'altra vittima e intanto i ricoveri continuano a salire

Un focolaio è divampato all’Iras San Bortolo, dove si contano 19 ospiti e 5 operatori positivi al covid
ROVIGO - Una nuova morte, di una 73enne vaccinata in un quadro di fragilità, che si trovava ricoverata al San Luca in Area medica, seppur fosse residente a...

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ROVIGO - Una nuova morte, di una 73enne vaccinata in un quadro di fragilità, che si trovava ricoverata al San Luca in Area medica, seppur fosse residente a Ferrara, e altre 563 nuove positività, con la prima settimana di gennaio che arriva a 4.629, praticamente un quinto dei contagi totali scoperti in Polesine da febbraio 2020 in appena sette giorni. Se si considera anche il mese scorso, si arriva a 8.581 contagi complessivi, praticamente un terzo dei 25.962 totali. A conferma di come questa nuova ondata, stia picchiando con una violenza inaudita e mai vista. In Polesine come in tutta Italia. Non a caso il rapporto fra nuovi casi e persone testate arriva addirittura a 11,78%.



RSA E OSPEDALI

E se un focolaio è divampato all’Iras, dove si contano 19 ospiti e 5 operatori positivi tutti nella struttura di San Bortolo, con il numero complessivo di contagi a livello di Rsa che sale a 68, purtroppo ad aumentare di numero sono preoccupantemente anche i ricoveri. Perché seppure il tasso di ospedalizzazione grazie ai vaccini sia enormemente più basso rispetto al passato, si tratta comunque di una percentuale, quindi il numero assoluto cresce al crescere a dismisura dei contagi. Così ieri i pazienti Covid hanno fatto un nuovo passo avanti arrivando a sfiorare quota cento, passando da 91 a 97 e toccando un livello che era stato abbandonato nel gennaio dello scorso anno. Restano 7 i pazienti in Terapia intensiva Covid a Trecenta, ai quali si aggiunge il paziente in Area intensiva a Rovigo, ricoverato però per motivi non legati al Covid. E se scendono a 8 i ricoverati in Malattie infettive a Rovigo, per effetto della nuova riorganizzazione ospedaliera, salgono a 56 quelli in Area medica e semintensiva al quarto piano del San Luca, dove fino a pochi giorni fa il tetto massimo di posti disponibili era 52, ma in previsione della nuova impennata di ricoveri già il 4 gennaio sono stati attivati altri 20 posti, con la conseguente riduzione dei posti letto ordinari, in particolare di Chirurgia, all’ospedale di Adria. Perché la coperta del personale è sempre più corta visto che mai come in questo momento lo sforzo su più fronti è stato estenuante. Oltre a questi, ci sono poi altri due ricoverati positivi, entrambi entrati per cause diverse dal Covid, uno in Gastroenterologia e una in Ostetricia a Rovigo, nonché 23 pazienti nell’ospedale di comunità Covid di Trecenta.

IL CONFRONTO


Il 6 gennaio di un anno fa la situazione era tuttavia decisamente più critica dal punto di visto dello stress ospedaliero, tanto che era già da tempo attiva anche un’Area medica Covid anche all’ospedale di Adria. Nel bollettino del 7 gennaio 2021 si riportava, accanto al decesso di ben 7 polesani e alla scoperta di 109 positività, un numero che oggi appare quasi una bazzecola, un numero di ricoverati totali pari a 138, 21 dei quali in Area intensiva, 20 al San Luca e uno a Rovigo, mentre in Area medica e semintensiva a Trecenta i posti letto occupati erano 93. Allora i polesani in quel momento positivi erano 2.905, mentre 3.483 si trovavano in isolamento domiciliare, oggi i le persone con positività in corso in provincia sono ben 6.482, mentre 2.491 sono quelle in isolamento domiciliare, alla luce delle nuove regole sulla quarantena. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino