Veneto e Fvg arancioni per un'altra settimana, anche se l'indice Rt è inferiore a 1

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Covid, aggiornamento in Veneto. Nonostante l'Rt, cioè l'indice di contagio, sia sceso sotto l'1 su tutto il territorio regionale  il Veneto rimane in...

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Covid, aggiornamento in Veneto. Nonostante l'Rt, cioè l'indice di contagio, sia sceso sotto l'1 su tutto il territorio regionale  il Veneto rimane in fascia arancione per almeno un'altra settimana e non torna in fascia gialla come si auspicava sulla base della riduzione dei contagi. La decisione è stata assunta dal ministro della Salute Roberto Speranza alla luce delle indicazioni fornite oggi dall'Istituto superiore di sanità. 

Si tratta della soluzione che era stata consigliata da tutti gli scienziati, nonostante i numeri dell'epidemia in Veneto stessero scendendo da un paio di settimane. L'indice Rt è calato infatti fino a 0,82. Numeri da zona gialla, ma evidentemente è prevalsa la volontà politica di non rischiare di far risalire la curva, come era già successo in Veneto prima di dicembre.

Il Presidente del Veneto Luca Zaia proprio oggi in conferenza stampa aveva rilevato che i dati lasciavano ipotizzare anche un possibile ritorno in zona gialla, pur esprimendo fiducia sul giudizio dei tecnici. L'incidenza oggi, ha infatti ricordato il presidente del Veneto,  è 178 positivi ogni 100mila abitanti a settimana. Quindi la decrescita di contagi ed ospedalizzazioni è evidente, ma l'allerta resta in ogni caso alta.

Arancione anche il Friuli Venezia Giulia

Il Friuli Venezia Giulia resta regione in zona arancione, come si attendeva visto che è in questa fascia soltanto da una settimana. Tuttavia, seppure rimanga forte la pressione sugli ospedali, è in ulteriore abbassamento l'indice Rt e non si è più tra le regioni ad alto rischio.

Nel resto d'Italia

Dopo cinque settimane di crescita ininterrotta, scende l'indice di trasmissibilità Rt in Italia collocandosi a quota 0,97, e calano anche i ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti ordinari. Ma è troppo presto per pensare ad una effettiva inversione di rotta della curva epidemica da Covid-19: restano ancora troppi i decessi ed i casi - 472 le vittime nelle ultime 24 ore, con 13.633 nuove infezioni - e 12 regioni si mantengono comunque sopra la soglia critica del 30% di occupazione delle Rianimazioni. Continua ad essere un quadro preoccupante, sia pure con qualche primo segnale di miglioramento, quello che si evince dall'ultimo monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità e ministero della Salute  sull'andamento dell'epidemia da SarsCov2 nel Paese.

Dunque, il pericolo non è scampato, tanto che sono 12 le Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva o aree mediche sopra la soglia critica (stesso numero della settimana precedente), anche se il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale, invece, è sceso sotto la soglia critica (30%). Inoltre, il monitoraggio rileva pure una «lieve diminuzione» dell'incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni: 339,24 per 100.000 abitanti  (4/-17 gennaio) contro 368,75 per 100.000 abitanti (28 docembre- 10 gennaio). E sebbene questa settimana il dato di incidenza settimanale non sia pienamente confrontabile con la settimana scorsa, il fatto che «sia in diminuzione anche tenendo conto dei casi diagnosticati pure con test rapido è un segno di miglioramento epidemiologico».

Le regioni

A livello regionale, la Lombardia mantiene il più alto numero di nuovi casi di Covid in Italia: 1.969 nelle ultime 24 ore. Altre sei regioni superano i mille casi in un giorno: Sicilia (1.355), Emilia Romagna 1,347, Veneto (1.198), Lazio (1.141), Campania (1.106) e Puglia (1.018). I dati dell'ultimo monitoraggio indicano che «le misure di contenimento e di restrizione hanno funzionato e che bisogna pertanto continuare a mantenere dei comportamenti prudenti, tanto più che siamo nel corso di una campagna di vaccinazione ed è bene non sovraccaricare le strutture sanitarie», sottolinea il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. «Per la prima volta dopo 5 settimane di ascesa - spiega - l'indice Rt tende a diminuire e si fissa di poco al di sotto di 1, così come anche l'incidenza, che però rimane elevata intorno a 340 casi di Covid per 100mila abitanti. Per quanto riguarda invece il tasso di occupazione dei posti in terapia intensiva c'è una tendenza ad una lieve diminuzione anche se si resta intorno alla soglia critica». Ciò vuol dire, conclude, che le misure di contenimento e di restrizione «hanno funzionato» ma la prudenza rimane d'obbligo. 

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Il Gazzettino