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PORDENONE - Può un umile sasso di fiume strappare un sorriso? Sì, se qualcuno lo ha dipinto con colori sgargianti o delicati, con disegni ingenui o realizzati con perizia e poi lasciato in giro per la città, accanto ad un’aiuola, sul davanzale di una finestra, presso l’ingresso di un negozio, oppure davanti all’ingresso della Terapia intensiva dell’ospedale di Pordenone al solo scopo di compiere un gesto gratuito di gentilezza regalando a persone sconosciute un attimo di gioia.
L’INIZIATIVA
L’iniziativa, “un sasso per un sorriso” diffusasi in Italia alcuni mesi fa grazie all’iniziativa di una signora svizzera con l’hobby della pittura - e che si è ispirata a un’iniziativa simile decollata negli Usa - è diventata in breve tempo virale e ha raggiunto anche la provincia di Pordenone dove, in questi giorni, diversi cittadini, sorpresi e divertiti, ne hanno trovato qualcuno nei posti più disparati. Tra gli autori dei sassi dipinti disseminati in varie località del pordenonese anche i bambini della scuola paritaria per l’infanzia “Cardinal Panciera” di Zoppola e le loro insegnanti. «Il messaggio diffuso da “un sasso per un sorriso” – spiega la pordenonese Elisabetta Falcone, una delle docenti che hanno aderito all’iniziativa – è parso a me e alle mie colleghe molto tenero e gentile. In un periodo che vede compromesse, a causa delle precauzioni antiCovid, le relazioni sociali e in cui i sorrisi sono occultati dalle mascherine, ci è parsa l’occasione per offrire a bambini e adulti un modo per riappropriarsi, anche se simbolicamente, dei baci, degli abbracci e dei sorrisi che, soprattutto i bambini molto piccoli come quelli del nido integrato e della scuola dell’infanzia, non sono più abituati a sperimentare fuori delle pareti domestiche. Purtroppo, in aula, il viso dell’insegnante è nascosto dalla mascherina e se qualche volta la togliamo, mantenendoci a debita distanza, notiamo l’espressione stupita dei nostri piccoli alunni. Con la collaborazione dei genitori - continua l’insegnante - che, insieme ai loro figli, sono andati a caccia di sassi levigati della grandezza di una manina, abbiamo aiutato i piccoli a dipingerne tanti. I bambini hanno capito il senso della nostra proposta e hanno lavorato con impegno e creatività».
UNA CAREZZA
Una volta completati, i sassi, che sul retro hanno qualche indicazione sull’autore e, spesso, l’invito a postare la foto su facebook, sono pronti per mettersi in cammino.
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Il Gazzettino