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ROVIGO - Mentre il Polesine piange una nuova vittima del virus, un 86enne portovirese che si trovava in Terapia intensiva, vaccinato, si attesta a 39 il numero di dipendenti dell’Ulss 5 sospesi perché “renitenti al vaccino”. Di questi, ben cinque sono medici, uno dei quali è un medico di famiglia, con tutte le conseguenze del caso, viste anche le carenze di camici bianchi che si registrano in questo momento non solo qui, ma ovunque. Di fatto ancora sono sospesi nel limbo i dipendenti delle strutture private, mentre sul fronte del personale direttamente dipendente dell’Ulss Polesana, il numero si è sostanzialmente ridotto rispetto alle stime di fine estate che avevano individuato un’ottantina di persone non vaccinate. Molte delle quali hanno poi scelto di farsi somministrare il vaccino.
I SOSPESI
Gli “irriducibili”, incappati nella sospensione senza stipendio, ma con conservazione del posto, sono quindi 39, il 4,7% degli 837 dipendenti di tutte le aziende sanitarie del Veneto, le nove Ulss, le aziende ospedaliere di Padova e Verona, e lo Iov. Proprio all’Iov e all’azienda ospedaliera veronese si contano appena sette sospensioni in ciascuna delle due realtà, con un solo medico, a Verona.
I CONTAGI
Intanto, però, il virus continua a mietere vittime e a seminare contagi. Ieri i nuovi casi accertati sono stati 45, 40 delle quali in persone che erano già in quarantena preventiva perché tracciati dal Sisp. Le persone attualmente in isolamento domiciliare sfiorano le quattro cifre, attestandosi a 986. Le guarigioni accertate, invece, sono state 25, così che le persone attualmente positive sono cresciute ancora, a 414. Sono stati 3.247 i tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore.
L’ulteriore decesso di novembre fa salire il bilancio parziale del mese a ben sei persone che si sono spente a causa del virus, il dato mensile più alto da aprile. Dall’inizio dell’epidemia sono arrivati a 546 i decessi Covid, 309 dei quali nel 2021.
Non mancano i casi di positività riscontrati in ambito scolastico, con relativi isolamenti, secondo un protocollo che è stato aggiornato nuovamente proprio il 28 ottobre scorso, anche se non è stato ancora diffuso un dato regionale sui casi dall’inizio dell’anno scolastico. In particolare, la situazione epidemiologica di Canaro, legata anche alle due classi della scuola elementare finite in quarantena dopo la scoperta della positività di una maestra, ha spinto il sindaco Alberto Davì a sospendere e rinviare la festa di San Martino, che avrebbe dovuto essere celebrata oggi.
OSPEDALI
Tuttavia, nonostante un quadro che non si mostra particolarmente confortante, i dato più significativo e rilevante è quello che riguarda i ricoverati e che è, fortunatamente, di segno opposto. I pazienti, infatti, sono scesi da 23 a 21. Il calo dei posti letto occupati nella Terapia intensiva Covid, da quattro a tre, purtroppo, è dovuto al decesso dell’86enne. Ma calano anche, da 11 a 9, i pazienti in Area medica e semintensiva pneumologica di Trecenta, mentre restano stabili a 4 quelli in Malattie infettive a Rovigo e a 5 quelli nell’Ospedale di comunità Covid al San Luca. Il 12 novembre dello scorso anno il quadro era decisamente peggiore, con 130 positività di giornata, tre decessi e 96 ricoverati, 10 dei quali in Terapia intensiva.
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Il Gazzettino