Covid, un focolaio alla Rsa sanvitese mette in crisi la rete delle cure

Covid, un focolaio alla Rsa sanvitese mette in crisi la rete delle cure
PORDENONE - Una tegola inattesa sulla sanità pordenonese e in particolar modo sul già fragile sistema delle cure intermedie. Il Covid è entrato nuovamente...

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PORDENONE - Una tegola inattesa sulla sanità pordenonese e in particolar modo sul già fragile sistema delle cure intermedie. Il Covid è entrato nuovamente nella Rsa di San Vito al Tagliamento. E il contagio ha costretto l'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale a prendere una decisione drastica, in grado di provocare una reazione a catena sulle altre strutture: gli accessi alla Rsa sanvitese, infatti, sono stati tutti bloccati. Priorità alla gestione del focolaio, non entra più nessuno. I pazienti in attesa di un posto per la riabilitazione e la gestione dei percorsi post-operatori sono stati dirottati verso le altre residenze sanitarie assistite del territorio. Ma di posti non ce ne sono molti, dal momento che ancora per questo fine settimana la provincia non potrà contare sulla struttura di Sacile. In riva al Livenza, infatti, la riapertura della Rsa è programmata per il 10 ottobre, giorno in cui saranno completamente riattivati 28 posti. Fino ad allora bisognerà stringere i denti.


COSA È SUCCESSO
Il contagio alla Rsa di San Vito al Tagliamento risale ad alcuni giorni fa. Si è trattato di un evento inatteso, perché i controlli sui pazienti in entrata sono sempre scrupolosi. Una persona proveniente dalla Neurologia, però, aveva avuto un contatto con un positivo. Il tampone, all'ingresso della struttura sanvitese, risultava ancora negativo ma dopo poche ore sono iniziati i primi lievi sintomi. E il test successivo ha dato esito positivo. Ma ormai il danno era fatto e di lì a poco sono risultati positivi anche altri otto ospiti della Rsa territoriale. Risultato? Nove contagiati su undici pazienti in trattamento. Inevitabile, a quel punto, procedere alla chiusura dell'intera Rsa sanvitese, in attesa che il virus faccia il suo corso. Fortunatamente, come si apprende dalle autorità sanitarie dell'ospedale, tutti i pazienti sono in buone condizioni: asintomatici o portatori di sintomi assolutamente lievi.


CONSEGUENZE


La chiusura della Rsa, però, mette ancora più in crisi la rete delle cure intermedie. Un primo e importante aiuto arriverà lunedì, quando dopo un'infinita sequela di polemiche riaprirà la Rsa di Sacile. Lo farà finalmente a pieno regime, potendo contare su di una capienza di 28 posti in totale. I pazienti prima destinati a San Vito saranno dirottati sul Livenza in attesa che il focolaio si spenga. Il territorio provinciale, va ricordato, non può ancora contare sulla vecchia Rsa di Pordenone, che trovava posto nei locali di Casa Serena nel quartiere di Torre. Anche in questo caso si sta procedendo verso la riapertura, ma i tempi saranno leggermente più lunghi rispetto a quelli di Sacile. Da segnalare poi che la Rsa di Maniago da quasi due anni risulta interamente dedicata al trattamento dei pazienti positivi al Covid e ormai dimessi dagli ospedali. Una situazione che rende impossibile la riconversione del polo pedemontano, dal momento che negli ultimi giorni i posti letto sono tornati ad essere occupati al 100 per cento da pazienti positivi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino