PORDENONE - Una tegola inattesa sulla sanità pordenonese e in particolar modo sul già fragile sistema delle cure intermedie. Il Covid è entrato nuovamente nella Rsa di San Vito al Tagliamento.
COSA È SUCCESSO
Il contagio alla Rsa di San Vito al Tagliamento risale ad alcuni giorni fa. Si è trattato di un evento inatteso, perché i controlli sui pazienti in entrata sono sempre scrupolosi. Una persona proveniente dalla Neurologia, però, aveva avuto un contatto con un positivo. Il tampone, all'ingresso della struttura sanvitese, risultava ancora negativo ma dopo poche ore sono iniziati i primi lievi sintomi. E il test successivo ha dato esito positivo. Ma ormai il danno era fatto e di lì a poco sono risultati positivi anche altri otto ospiti della Rsa territoriale. Risultato? Nove contagiati su undici pazienti in trattamento. Inevitabile, a quel punto, procedere alla chiusura dell'intera Rsa sanvitese, in attesa che il virus faccia il suo corso. Fortunatamente, come si apprende dalle autorità sanitarie dell'ospedale, tutti i pazienti sono in buone condizioni: asintomatici o portatori di sintomi assolutamente lievi.
CONSEGUENZE
La chiusura della Rsa, però, mette ancora più in crisi la rete delle cure intermedie. Un primo e importante aiuto arriverà lunedì, quando dopo un'infinita sequela di polemiche riaprirà la Rsa di Sacile. Lo farà finalmente a pieno regime, potendo contare su di una capienza di 28 posti in totale. I pazienti prima destinati a San Vito saranno dirottati sul Livenza in attesa che il focolaio si spenga. Il territorio provinciale, va ricordato, non può ancora contare sulla vecchia Rsa di Pordenone, che trovava posto nei locali di Casa Serena nel quartiere di Torre. Anche in questo caso si sta procedendo verso la riapertura, ma i tempi saranno leggermente più lunghi rispetto a quelli di Sacile. Da segnalare poi che la Rsa di Maniago da quasi due anni risulta interamente dedicata al trattamento dei pazienti positivi al Covid e ormai dimessi dagli ospedali. Una situazione che rende impossibile la riconversione del polo pedemontano, dal momento che negli ultimi giorni i posti letto sono tornati ad essere occupati al 100 per cento da pazienti positivi.