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BELLUNO Sanità bellunese a rischio collasso. Se è vero che i ricoveri in terapia intensiva sono più o meno stabili, non si può dire lo stesso di quelli in area non critica che raggiungono quote sempre più preoccupanti. Quindici i pazienti Covid ricoverati nelle ultime ventiquattro ore. Così già oggi Belluno potrebbe entrare in fascia rossa. È sufficiente che nelle 24 ore ci sia lo stesso numero di ricoveri di ieri (+15). Non uno di più, non uno di meno. Scatterebbe così la Fascia rossa. Quella che secondo il piano regionale vorrebbe dire: essere in grado di gestire soltanto l'emergenza negli ospedali hub che per la provincia dolomitica è il San Martino di Belluno.
IL PERICOLO Si tratta di un rischio che nessuno può permettersi di correre: le conseguenze sarebbero decisamente gravi. Ma il punto fondamentale della questione è che bisogna correre per stare al passo con i numeri che dettano il ritmo, fermandosi ogni giorno su cifre più alte. Il margine di sicurezza comunque c'è. Nella sola zona rossa ci sono altri 171 posti, a fronte dei 115 di tutti i livelli precedenti. Con la giornata di ieri sono stati occupati altri 15 posti letti. I pazienti covid negli ospedali bellunesi sono ormai 106: ben 59 al San Martino (53 in area non critica e 6 in Terapia Intensiva), 23 al Santa Maria del Prato (22 e 1), 10 nell'ospedale di comunità di Feltre, 4 in quello di Alano e 10 in quello di Agordo.
IL PIANO AUTUNNO Per la gestione dell'emergenza la Regione si affida al cosiddetto Piano emergenza autunno.
IL FRONTE DEI CONTAGI Il terreno è sempre più scivoloso anche sul fronte dei contagi. Nelle ultime 24 ore sono state scoperte altre 203 positività che portano il totale dei bellunesi con il covid a 2.803. In due giorni sono emersi più di 400 casi (201 giovedì e 203 ieri). Numeri allarmanti che hanno spinto la Regione a correre ai ripari. E quindi a tagliare tutto ciò che non viene ritenuto indispensabile. Il personale degli ospedali scarseggia e credere che, coi numeri attuali, possa garantire la stessa efficienza del periodo pre-emergenza e, in parallelo, occuparsi del malati covid è utopia.
ATTIVITÀ OSPEDALIERE La notizia delle nuove sospensioni in ambito ospedaliero è stata comunicata ieri pomeriggio dall'Usl 1 Dolomiti. «In considerazione dello scenario epidemiologico Covid e della sua evoluzione con crescente pressione sugli ospedali veneti ha fatto sapere l'azienda sanitaria si comunica che saranno sospese alcune attività al fine di poter disporre del personale necessario per la gestione dei pazienti covid». COSA CAMBIA Cosa rientra in questa grande sforbiciata sanitaria? Innanzitutto sono sospese le prestazioni ambulatoriali, ad eccezione di quelle con priorità U e B e le attività in ambito materno infantile, oncologico, malattie rare o non rinviabili in base al quadro clinico del paziente. Oltre a queste vengono congelate le prestazioni in libera professione intramoenia. Inoltre è rimodulata o sospesa l'attività chirurgica e internistica programmata, ad eccezione di quelle non rinviabili a causa del quadro clinico della persona, con un particolare riguardo ai pazienti oncologici. Tale attività sarà riprogrammata in relazione all'evoluzione del quadro epidemiologico. «Sono garantite ha sottolineato l'Usl 1 Dolomiti le emergenze, le urgenze e le prestazioni indifferibili».
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