OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
SPINEA Un paio di settimane fa se ne è andata la zia e ora i medici le hanno fatto sapere che anche sua mamma, ricoverata nella stessa struttura, ha contratto il Covid e sta molto male. Dolore e amarezza per Susanna Gasparini, che ora teme di perderla senza riuscire a dirle addio.
Le due sorelle, molto anziane, erano entrambe ospiti da quasi due anni della casa di riposo Villa Fiorita di Spinea. La struttura è privata ma ora le misure previste dai decreti ministeriali e regionali non lasciano margini di trattativa: i parenti degli ospiti non possono più accedervi.
LA LETTERA APERTA
«Decreti che hanno provocato, e continuano a provocare, molte sofferenze agli anziani e ai loro familiari» scrive Susanna in una lettera destinata al ministro Roberto Speranza e al presidente della Regione, Luca Zaia. Se come tutte le Rsa anche Villa Fiorita è blindata, inaccessibile per persone che non siano gli operatori per ridurre al minimo il rischio di contagio tra gli ospiti, è difficile per i parenti accettare di scoprire che, in questa seconda ondata, il virus è riuscito a infiltrarsi per poi diffondersi a macchia d'olio.
La casa di riposo di Spinea, dopo aver tenuto a lungo, ha vissuto un mese drammatico.
Poi è arrivato il Covid e da Roma è scattato il divieto ad accedere alle strutture sanitarie: «Dal marzo 2020 i decreti proibiscono le visite dei familiari, per non mettere a rischio la salute degli ospiti delle case di riposo. E tra videochiamate e visite a distanza, senza contatto fisico, siamo arrivati a oggi (lunedì, ndr) quando abbiamo ricevuto la chiamata del medico di Villa Fiorita: ci ha annunciato che da un paio di giorni mia mamma era positiva e che improvvisamente la sua situazione si è aggravata. Ci ha riferito che non la porteranno in ospedale perché purtroppo le restano poche ore e quindi è meglio evitarle ulteriori traumi».
Da qui la rabbia e la sofferenza, per quei decreti che hanno proibito ai figli di avvicinarla per tanti mesi: «Noi che eravamo sani, e ancora lo siamo, per 9 mesi non abbiamo potuto abbracciarla, trasmetterle il nostro affetto. Ma il Covid, che anche per lei rischia di essere letale, l'ha raggiunta lo stesso», aggiunge Barbara che ha provato a fare un ultimo tentativo, chiedendo di poter visitare sua mamma con una tuta antisettica, per salutarla: «Ci hanno detto che serve un'autorizzazione speciale ma l'assistente sociale non riusciva a ottenerla - conclude -. So che a mia mamma sono mancate le nostre carezze e spero che in questo momento sia forte. So che è una situazione che purtroppo stanno vivendo in tanti, ma a questo punto che senso hanno questo tipo di decreti? Mi chiedo se sia giusto che agli anziani soli e bisognosi di affetto venga negato il contatto con i propri familiari. Contatto che, anche per noi, può valere più di una medicina». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino