«L'ospedale mi detto che non potrò vedere nascere mio figlio. E dovrò aspettare che venga dimessa mia moglie per conoscerlo»

«L'ospedale mi detto che non potrò vedere nascere mio figlio. E dovrò aspettare che venga dimessa mia moglie per conoscerlo»
PADOVA «L'ospedale mi ha fatto sapere che non potrò essere presente alla nascita di mio figlio. Non posso né entrare in sala parto con mia moglie,...

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PADOVA «L'ospedale mi ha fatto sapere che non potrò essere presente alla nascita di mio figlio. Non posso né entrare in sala parto con mia moglie, né farle visita in reparto a causa delle disposizioni anti-Covid». L'ospedale è l'Azienda ospedaliera di Padova, chi parla è Edoardo Faggiani, padovano che prestissimo diventerà papà per la seconda volta. Tra una settimana circa è prevista la nascita del bambino e la moglie, Cristina Fede, dovrà affrontare il parto da sola. «Capisco che si navighi a vista in questo periodo ma non capisco il motivo per cui facendo un tampone non posso stare vicino a mia moglie dice Faggiani Abbiamo scelto l'Azienda ospedaliera perché c'è un'ottima terapia intensiva neonatale e visto che Cristina ha avuto qualche difficoltà all'inizio della gravidanza abbiamo pensato fosse l'ospedale migliore a cui affidarci. Se ci fossero complicazioni sarebbe dura per lei affrontarle da sola». 


L'ATTES

AMa c'è di più. Faggiani non potrà vedere il bambino prima che la consorte venga dimessa. «Mio figlio nascerà e dovrò aspettare tre giorni per vederlo. È a dir poco spiacevole» afferma, la voce che rivela un attimo di emozione. I due genitori hanno provato a scrivere una mail all'Ufficio pubbliche relazioni lo scorso 25 novembre, chiedendo se facendo il tampone il papà avesse ottenuto il permesso di entrare almeno in reparto, ma hanno ricevuto risposta negativa. «Non ne siamo felici, anzi, ci dispiace tantissimo risponde Maria Teresa Gervasi, direttrice di Ostetricia-Ginecologia all'Azienda ospedaliera Bisogna pensare a tutti, non solo a noi stessi però. Il test rapido che viene fatto ai papà prima di entrare ha un alto rischio di falsi negativi e quindi si può immaginare quanto possa essere pericoloso per un neonato e la sua mamma». La stessa decisione era stata presa in marzo dalla direzione dell'ospedale e l'accesso ai papà era stato consentito solo a partire dall'11 aprile, quando la diffusione del coronavirus aveva cominciato a calare. «Senza contare che il nostro reparto è molto grande quindi ci sarebbero in giro troppe persone» sottolinea Gervasi riferendosi al fatto che negli altri ospedali della provincia, sotto l'Ulss, ai papà è concesso entrare in sala parto. A quanto riferisce l'assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, solo a Padova è interdetta l'entrata dei papà a Ginecologia-Ostetricia. «A quanto mi dicono in tutti gli ospedali permettono l'accesso ai papà in sala parto previo tampone rapido. Alcuni problemi si sono verificati solo a Padova».

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Il Gazzettino