Tutti noi dobbiamo essere responsabili nei comportamenti sociali in questo periodo, ma i sanitari devono avere un’attenzione doppia. E così sembra non essere stato...
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La direzione generale ha già fatto diversi appelli, ricorda Sandro Cinquetti, capo del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl Dolomiti, ha raccomandato ai proprio dipendenti, ovvero a coloro che svolgono attività delicata con contatti con numerosi pazientidi conformare, i propri comportamenti.Cinquetti, in questa fase epidemica, rileva: «In questo momento ci giochiamo molto, sia per il funzionamento delle strutture sanitarie, sia per profilo di salute nei cittadini. Siamo in una fase particolare, post epidemica, in cui ci giochiamo molto a livello di nazione, regionale e provinciale». E sottolinea: «È fondamentale che le persone che svolgono ruoli sociali rilevanti, gli infermieri, i medici e tutti quelli che appartengono a questa categoria perché hanno numerosi contatti con persone fragili, mettano in atto comportamenti virtuosi non solo in ambito ospedaliero, dove già è garantito dai protocolli anti Covid, ma anche nella vita privata. E quindi nella scelta di dove passare la vacanza o dove trascorrere le proprie serate. Si facciano scelte a bassissimo, se non inesistente, rischio Covid. Ognuno di noi ha una responsabilità grande sia nei confronti di se stesso, che nei confronti degli altri».
Gli fa eco il presidente degli Infermieri bellunesi, Luigi Pais dei Mori. «L’eccezionale contesto attuale - dice - ci ricorda giornalmente e a livello mondiale, che l’atteggiamento responsabile del singolo è attualmente l’unica strategia vincente per una convivenza serena in tempi di pandemia. Il professionista sanitario è una persona che ha liberamente deciso di difendere la salute delle altre persone, bene supremo e, in Italia, costituzionalmente garantito. Da questa scelta derivano precisi obblighi di diversa natura giuridica e, tra questi, particolarmente rilevanti oggi sono gli obblighi di natura deontologica». E precisa: «A nessun sanitario è richiesta la pratica di vita monastica, ma l’assunzione di atteggiamenti professionali e personali particolarmente aderenti alle indicazioni attuali di salute pubblica è decisamente una necessità imprescindibile. Chi ha giurato di difendere la salute dell’altro deve ricordarsi che i propri atteggiamenti personali assumono valore di precisa responsabilità deontologica, soprattutto se essi assumono valore di pericolosità per la salute pubblica. Mala tempora currunt e, pertanto, ognuno sia pienamente reponsabile del proprio agire sociale. Sanitari, orgogliosamente, in primis». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino