Covid e crisi. «Il pub appena aperto e già chiuso: ma resisto, io amo questo lavoro»

Elisabetta Bugli. Covid e crisi. «Il pub appena aperto e già chiuso: ma resisto, io amo questo lavoro»
PADOVA A meno di un anno dall'apertura dell'Old England Pub, a pochi passi da Prato della Valle, la titolare Elisabetta Bugli ha dovuto fare i conti con chiusure e...

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PADOVA A meno di un anno dall'apertura dell'Old England Pub, a pochi passi da Prato della Valle, la titolare Elisabetta Bugli ha dovuto fare i conti con chiusure e restrizioni dovute dall'emergenza coronavirus. Dopo aver investito importanti somme per adeguarsi alle nuove normative, acquistando divisori in plexiglass e impianti di depurazione dell'aria, ora è costretta a reinventarsi ancora una volta, puntando all'asporto. Ma la crisi si fa sentire e gli effetti della zona arancione pesano come macigni sull'andamento dell'attività.


Quali conseguenze state subendo?
«Siamo una gestione relativamente giovane. Abbiamo rilevato l'Old England Pub nel maggio 2019 e il primo lockdown di marzo ci ha colpiti proprio quando avevamo raggiunto un ottimo equilibrio e lavoravamo veramente bene. Dopo la parentesi di riapertura da fine maggio ad ottobre, abbiamo dovuto chiudere ancora ed è superfluo dire che le ripercussioni sono enormi. In zona arancione dobbiamo tenere operativo il locale per i servizi asporto e delivery, questo significa bollette di luce, gas, affitto, fatture dei fornitori. I ristori che abbiamo ricevuto saldano a malapena una fattura».


Per rimanere a galla cosa proponete?
«Abbiamo ricevuto molto riscontro con il servizio a domicilio, i clienti ci supportano e noi non abbiamo mai smesso di innovarci e di introdurre nuove proposte in menù. Attraverso i nostri canali social cerchiamo di rimanere in contatto con le persone, inseriamo le foto dei nuovi hamburger e delle pizze del mese, proponiamo anche promozioni a tema con i film e le serie tv inglesi di maggior successo. Come i panini dedicati alla saga di Harry Potter e a Peaky Blinders. Ma i risultati dell'asporto e delle consegne a domicilio non si possono di certo paragonare a una serata dove riuscivamo a riempire, pur mantenendo tutte le distanze, il locale».


Cosa ne pensate delle chiusure imposte agli esercizi pubblici?
«È assurdo tenere chiusi locali ampi come il nostro, che possono garantire tutte le misure di sicurezza e la distanza tra i tavoli. Ci siamo dotati anche di un macchinario all'avanguardia, chiamato Beyond guardian Air, con tecnologia Nasa che mantiene costantemente igienizzata l'aria. In pratica la gente sarebbe più sicura al pub che a casa propria. Abbiamo fatto grossi investimenti al locale proprio per garantire una permanenza senza rischi ai clienti e ai nostri dipendenti, e una settimana dopo ci hanno detto che dovevamo chiudere. Non è giusto nei confronti di chi cerca di portare avanti un'attività con passione e fatica».


Quali prospettive avete per il futuro?


«Noi non molliamo, continuiamo a fare il lavoro che amiamo, ma sono necessari maggiori ristori per pub e locali che devono rimanere chiusi. Il metodo che è stato adottato dal governo purtroppo penalizza chi ha appena aperto un'attività e non può contare sul bilancio degli anni precedenti. Ci auguriamo che queste restrizioni servano quantomeno a poter tornare a svolgere la nostra attività al più presto».

 

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Il Gazzettino