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TREVISO - «Inutile girarci attorno: il lavoro non sta decollando». Giovanni Cher, presidente degli albergatori trevigiani, smorza gli entusiasmi per la ritrovata zona gialla, per la lenta ripresa dell'attività. Che nel settore alberghieri è fin troppo lenta. Mentre a Padova o a Venezia gli alberghi riaprono in vista del fine settimane del primo maggio, a Treviso non si muove foglia. Per dare una scossa alla situazione, Cher annuncia la strategia che seguiranno gli albergatori: «Io consiglio di fare le vacanze nella Marca quest'anno perché, come categoria, abbiamo deciso di applicare forti sconti sulle tariffe anche a costo di altri sacrifici. È bene approfittarne perchè, dal prossimo anno, i prezzi torneranno quelli di sempre». L'entità degli sconti resta vaga - «ognuno deciderà in base alle proprie caratteristiche» - ma si parla di un 30-40%. Intanto resta la situazione di difficoltà. «Ho fatto un rapido sondaggio tra i colleghi - continua Cher - e rispetto alla settimana scorsa il quadro non è cambiato. È vero che ormai le prenotazioni arrivano la mattina per la sera o per il giorno dopo, ma ad oggi nessuno registra novità particolari. Si rimane, per chi va bene, nella media dei 5-6 clienti al giorno. E parliamo solo di gente che si muove per lavoro, non di turisti».
IL FUTURO
Le previsioni per i prossimi mesi non sono ottimistiche: «Ci attendiamo un anno in linea col 2020, dove il fatturato è calato mediamente dell'80% - ammette Cher - la gente magari spenderà per andare al mare o in montagna, non per visitare le città d'arte, come Treviso.
LE COLLINE
La cartina tornasole dello stato di salute del turismo trevigiano è rappresentato dalle colline del Prosecco patrimonio dell'Umanità. Nemmeno il loro fascino riesce ad alzare il livello di fiducia: «Neanche nelle strutture ricettive di quella zona si stanno registrando prenotazioni per questo fine settimana o per i prossimi - osserva Capraro - qualcosa sta arrivando in vista dell'estate, ma parliamo di prenotazioni rimborsabili e facilmente annullabili. In quell'area però possono sperare in qualcosa di meglio quelle strutture con piscina, dove è possibile stare all'aperto. Ma, alla fine, dal punto di vista turistico, il 2021 non sarà molto migliore del 2020. Si lavorerà molto col mercato interno, quindi più con i fine settimana che con i periodi lunghi».
IN CITTÀ
Intanto tiene banco la decisione della giunta comunale di Treviso di trasformare lo storico Palazzo Scotti, chiuso da anni, in un piccolo albergo da 15 camere: «Va benissimo recuperare un edificio storico e molto bello - ammette Capraro - ma un albergo non porta un solo turista in più. Semmai è un supporto per altre iniziative. Quindi ci incontreremo col sindaco Mario Conte, sempre disponibile, per parlare di eventi e di soluzioni per portare gente in città». Sull'argomento è più drastico Cher: «Prima della pandemia, il tasso di occupazione dei posti letto in città era attorno al 50% - osserva - non servono quindi nuove strutture. Semmai serve migliorare gli alberghi che già ci sono».
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