Variante inglese, Regione Fvg pronta a far scattare micro zone rosse: ecco la mappa dei casi provincia per provincia

La mappa dei contagi in Fvg
PORDENONE E UDINE - Gli esperti, in coro, non sono sorpresi. Né particolarmente allarmati, perché all’unanimità ritengono che il fenomeno si sia reso...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PORDENONE E UDINE - Gli esperti, in coro, non sono sorpresi. Né particolarmente allarmati, perché all’unanimità ritengono che il fenomeno si sia reso visibile solo ora perché siamo noi che solo ora lo stiamo andando a cercare. Così, secondo logica, le previsioni sono state confermate: la variante inglese in Friuli Venezia Giulia è molto più diffusa rispetto a quel 5 per cento rilevato a inizio febbraio. Non sono state trovate invece le mutazioni brasiliana e sudafricana. La sentenza è arrivata ieri pomeriggio: il ceppo mutato, più contagioso, è stato rilevato in un caso su quattro, a fronte di un campione composto da 50 tamponi provenienti da tutta la regione. La quota conquistata dalla variante inglese è del 26 per cento, in linea con molti altri territori sia in Italia che nell’Unione europea ma con significative differenze a seconda della provincia interna al Fvg. 

Variante inglese e contagi nelle scuole in Fvg. Fedriga pensa di richiuderle: «Aprirle ​è stata scelta ideologica, ipocrita»


IL DETTAGLIO
I campioni sono stati prelevati e inviati a Trieste il 18 febbraio. Provengono dalle quattro province. «In base agli ultimi esami effettuati - ha spiegato il vicepresidente regionale Riccardi - appare maggiormente pronunciata la situazione dell’Isontino, con a seguire quella del Friuli centrale». Ma molto dipende dall’ampiezza del campione. Nella fascia isontina, infatti, sono risultati positivi alla variante inglese tre tamponi su cinque, più della metà. Ma la base di partenza è piccola. A preoccupare molto, infatti, è la provincia di Udine, dove i campioni presi in esame sono stati 27, e otto hanno dato esito positivo per il ceppo mutato. Nel Friuli Centrale, su una base abbastanza consistente, la percentuale è del 30 per cento. Sta decisamente meglio la provincia di Pordenone, dove la variante inglese è stata trovata in un solo caso su nove, con un’incidenza dell’11 per cento. Si tratta del sesto caso in totale di febbraio. Le analisi sono state compiute all’interno dell’Area Science Park di Trieste. Il team è coordinato dal professor D’Agaro, virologo dell’Asugi. 


CONSEGUENZE
La Regione non ha in tasca alcun provvedimento imminente, ma la soluzione è già sul tavolo. Dove saranno individuati i focolai più pericolosi, scatteranno micro zone rosse localizzate, con la chiusura totale di aree comunali o sovracomunali. L’altra alternativa è l’area “arancione scuro”, con le regole dell’arancione “normale” ma con le scuole chiuse sino alle elementari. Rischiano soprattutto comuni già toccati da focolai come quelli nella fascia tra Monfalcone e Gradisca d’Isonzo ma sotto la lente c’è anche la provincia di Udine, ovviamente non tutta. «L’esito del sequenziamento sul campione di tamponi positivi esaminato indica un andamento della diffusione della variante inglese tutt’altro che trascurabile in Friuli Venezia Giulia», ha spiegato ancora Riccardi. Come noto - ha concluso il vicepresidente - a questa mutazione del Covid è attribuita una capacità di diffusione accentuata di almeno il 37 per cento. Al fine di prevenire l’insorgere di altri focolai i Dipartimenti di prevenzione sono impegnati nelle operazioni di tracciamento cercando di isolare il più possibile questa variante». 
Sarà proprio questo il lavoro più importante. I Dipartimenti di prevenzione, dopo aver ricevuto i dati, si sono messi già al lavoro per compiere le indagini epidemiologiche legate ai casi riconosciuti di variante inglese. Sta accadendo anche in provincia di Pordenone, dove a inizio febbraio proprio l’opera di tracciamento aveva permesso di individuare e isolare un caso in più (il fratello di un contagiato) rispetto all’analisi iniziale. 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino