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Un nuovo caso scuote l’ospedale di Pordenone. Ma non è l’unico in regione, dal momento che da Trieste a Udine ne sono stati segnalati altri. Li si potrebbe chiamare “invisibili”, sono professionisti sfuggiti ai controlli delle Aziende sanitarie o dei datori di lavoro privati e che lavorano ancora anche senza aver sostenuto la vaccinazione. Il motivo? Un problema di comunicazione (e di liste) tra i Dipartimenti di prevenzione e gli Ordini professionali. In breve, si tratta di nomi di operatori sanitari non immunizzati che compaiono nelle liste degli Ordini ma non in quelle dei dipartimenti. E il risultato è una violazione del decreto del governo, dal momento che ci si trova di fronte a professionisti della salute che continuano a lavorare quando altri colleghi sono stati sospesi per la stessa ragione, cioè la mancata vaccinazione. E il caso che sarà affrontato nei prossimi giorni viene da Pordenone.
L’ESEMPIO
Ospedale Santa Maria degli Angeli, reparto di Pronto soccorso.
GLI “IRRIDUCIBILI”
Sempre all’interno della “galassia” no vax, aumentano anche in Friuli Venezia Giulia le segnalazioni relative a persone che si presentano in pronto soccorso con i sintomi del Covid ma che una volta ottenuto il responso positivo del tampone finiscono per rifiutare il ricovero disposto dal personale sanitario. Casi che per ora si contano sulle dita di una mano - si a a Udine che a Pordenone - ma che i vertici degli ospedali danno in netto aumento. Si tratta di pratiche pericolose, dal momento che la decisione su un ricovero viene presa perché le condizioni cliniche in quel caso richiedono un monitoraggio ospedaliero e non una degenza domestica.
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Il Gazzettino