Super Green pass per gli over 50 al lavoro: ecco cosa rischia chi non si vaccina

Un operaio al lavoro
È l’ultima stretta, che si inserisce in un contesto pandemico che invece punta dall’altra parte, all’allentamento e al progressivo ritorno alla...

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È l’ultima stretta, che si inserisce in un contesto pandemico che invece punta dall’altra parte, all’allentamento e al progressivo ritorno alla normalità. Sarà anche l’ultima, ma in Friuli Venezia Giulia si rivelerà importante, perché nella nostra regione i numeri della campagna di vaccinazione sono sì diventati buoni, ma non sono mai stati ottimi. E ci sono settori che “tremano”. Da domani, infatti, scatta l’obbligo di Super Green pass per tutti i lavoratori con più di 50 anni. E si tratta spesso dei profili con più esperienza all’interno di realtà produttive, artigianali e commerciali. 


LA MISURA


Gli ultracinquantenni dovrebbero essere già vaccinati. Dovrebbero perché un obbligo erga omnes esiste già e delle multe se ne occupa l’Agenzia delle entrate. Quello che succederà domani, però, avrà il sapore della concretezza: per qualsiasi tipo di impiego (sia nel pubblico che nel privato, ma la misura riguarda anche i liberi professionisti), i cittadini con più di 50 anni di età dovranno presentare il Green pass rafforzato. Quindi dovranno essere vaccinati (con due dosi da meno di sei mesi oppure con il booster) o guariti da meno di sei mesi dal Covid. Chi non avrà la certificazione in regola rischierà una multa che partirà da 600 ma potrà arrivare anche a 1.500 euro in caso di aggravanti o reiterazione. Chi sarà sorpreso a non controllare il Green pass ai dipendenti e agli addetti rischierà sanzioni da 400 a mille euro. Oltre alle multe, ci saranno conseguenze pratiche anche dal punto di vista della continuità lavorativa, perché l’addetto non provvisto di Super Green pass andrà verso la sospensione. La regola è sempre quella, applicata anche durante le strette precedenti: il posto di lavoro non sarà a rischio, ma si potrà rimanere a casa senza stipendio.


I NUMERI


In Friuli Venezia Giulia il problema si sentirà più che altrove. Sì, perché proprio tra i 50enni e i 60enni si “annida” la quota più consistente dei “duri e puri”, cioè dei no-vax che nonostante gli appelli e le misure via via più stringenti non si sono ancora decisi a immunizzarsi. Si parla del 9 per cento dei sessantenni e dell’11 per cento dei cinquantenni. Numeri più alti rispetto alla media nazionale. Tradotto in cifre, si tratta di circa 35mila persone. Molti, però, durante l’ondata causata dalla variante Omicron hanno contratto il Covid e quindi ora hanno a disposizione il Green pass rafforzato figlio della guarigione. Le prime stime parlano di circa 7mila persone nella platea composta da cinquantenni e sessantenni. A conti fatti, quindi, le persone a rischio sospensione dal lavoro saranno circa 28mila. Sono tante, soprattutto se si considera l’impatto che ulteriori assenze potranno provocare in un tessuto economico provato prima dal Green pass base e successivamente dai tanti certificati di malattia dovuti alla quarta ondata. 


I TIMORI


Le grandi aziende in questo caso sembrano più al sicuro che in passato. I veri problemi potrebbero sorgere nel settore dell’artigianato e della piccola impresa, dove l’assenza di uno o più addetti è un fenomeno in grado di rallentare o addirittura di fermare produzione e consegna dei beni di consumo. Un altro settore in allarme è quello dei trasporti, già segnato duramente da una quota non trascurabile di lavoratori contrari addirittura ai tamponi e da un’ondata di malattie durante l’ultima impennata di contagi. Il rischio, in questo caso, è che si debba assistere ancora una volta alla riduzione dei servizi del trasporto pubblico locale, dal momento che non sono pochi gli autisti che lavorano avendo superato i 50 anni d’età. Nelle ultime settimane, poi, il livello delle nuove prime dosi in Friuli Venezia Giulia è nuovamente calato, arrivando a poche centinaia sulle 24 ore. Si è esaurito anche l’effetto generato dall’annuncio relativo all’obbligo di protezione al di sopra dei 50 anni. Adesso rimangono solo gli “irriducibili”. Quelli, appunto, che rischiano di rimanere a casa dal lavoro a partire da domani. 

 

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Il Gazzettino