Covid, le sagre paesane guardano all'estate della speranza: ecco quelle che potranno ripartire

La Sagra del vino di Casarsa in epoca pre-Covid
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PORDENONE - A livello nazionale se ne parla poco. L’attenzione, comprensibilmente, è calamitata da bar, ristoranti, palestre, piscine e teatri. Ma il Friuli Venezia Giulia è abituato, soprattutto d’estate, a vivere principalmente di sagre. Per molti piccoli paesi, si tratta di eventi che rappresentano il momento più atteso dell’anno. E dopo più di dodici mesi dall’inizio della pandemia, anche il settore delle sagre paesane sembra respirare almeno la speranza. L’estate 2021, infatti, può essere quella della graduale ripresa delle attività per decine e decine di Pro Loco che da un anno sono al palo. 


IL MESSAGGIO
A parlare è Antonio Tesolin, dell’Unpli. «Questa - spiega - deve necessariamente essere l’estate della ripartenza delle sagre. Non possiamo assolutamente permetterci la seconda stagione consecutiva a secco. Sarebbe la fine delle società. La speranza stavolta è concreta». A tracciare la strada è la Sagra del Vino di Casarsa, la più grande (assieme alla Sagra dei Osei di Sacile) di tutta la provincia di Pordenone e tra le più frequentate in regione. Quest’anno si terrà in forma “spalmata” lungo tutta l’estate. Così si riuscirà a salvare un format necessariamente rivisto, ma non sparito dal calendario. 
LE FORMULE
Secondo Tesolin le Pro Loco devono già mettersi al lavoro, perché tempo da perdere non ce n’è. «Quotidianamente sento ii miei colleghi presidenti delle associazioni. Sono in corso colloqui che portano a una nuova organizzazione del modello-sagre. C’è bisogno, almeno per quest’anno, di cambiare il metodo. Non possiamo immaginare, se non per il 2022, le classiche sagre. I sodalizi devono immaginare eventi diversi, sostenibili dal punto di vista delle misure di sicurezza, ma devono farlo subito per non perdere il treno». Quindi al posto della classica balera un concerto con posti a sedere distanziati, ad esempio. «E poi ci sono i protocolli - spiega ancora Tesolin -, che conosciamo già dall’anno scorso. Certo, cambieranno, ma una base questa volta esiste. Sappiamo come organizzare gli ingressi, le cucine e i percorsi. Non partiamo da zero. Questa può davvero essere la stagione della ripartenza per le sagre paesane». 
L’ALLARME

Tra i presidenti delle Pro Loco, però, prevale ancora la paura. Sono tanti i rischi che i sodalizi temono di dover affrontare. Tant’è che al momento sono più le rinunce che i tentativi di ripresa. «Ma abbiamo ancora tempo per invertire la rotta - è certo Tesolin -: per questo deve prevalere la buona comunicazione tra noi presidenti delle Pro Loco. La Sagra di Casarsa deve tracciare la strada: gli eventi saranno di nuovo possibili. Ciò che invece non deve accadere è il secondo anno di stallo consecutivo». Sarebbe un dramma non solo per le Pro Loco, ma per l’essenza stessa di centinaia di piccoli paesi in tutta la regione.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino