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PORDENONE - La zona bianca è conquistata, tempo di guardare al futuro. Che estate avremo? Quando potremo toglierci le mascherine almeno all’aperto? Dovremo fare un richiamo del vaccino per proteggerci dalle eventuali varianti del virus? E soprattutto, in autunno saremo al riparo da brutte sorprese? In poche parole, la formula della ripartenza a 360 gradi. Domande, queste, che oggi si pone ogni cittadino, terrorizzato da altre marce indietro e allo stesso tempo proiettato verso un futuro fatto di libertà e normalità. Domande, sempre queste, a cui ieri ha tentato di dare una risposta l’infettivologo pordenonese Massimo Crapis.
IL QUADRO
Né pessimista, né ottimista. Crapis anche nei suoi interventi su Facebook (apprezzati più di quelli firmati dai volti noti della tv) si è sempre definito “realtista”, cioè dalla parte della realtà.
PROTEZIONI
C’è poi il tema della mascherina, che ancora oggi è obbligatoria anche all’aperto. «Dal punto di vista scientifico - precisa Crapis - all’aperto non ha un gran senso, a meno che non ci si avvicini troppo a una persona non vaccinata. Ecco, poi tra immunizzati l’uso delle protezioni potrebbe già decadere».
IMMUNI
La vaccinazione della popolazione prosegue con un gran ritmo e ci si avvicina alla tanto sognata immunità di gregge, anche se per ora con una sola dose. Quindi, servirà davvero un altro richiamo? «A mio parere assolutamente sì - va avanti l’infettivologo dell’ospedale di Pordenone - e credo debba avvenire tra ottobre e dicembre. Il timore è legato a possibili varianti in grado di eludere gli effetti delle prime dosi, cosa che per ora per fortuna non è avvenuta. In quel caso, però, potremo contare su di una macchina già rodata. In poche parole, i vaccini ci salveranno un’altra volta e si potrà continuare a vivere».
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Il Gazzettino