Covid, parla l'esperto: «Estate tranquilla, per l'autunno niente paura». Ecco quando toglieremo le mascherine all'aperto

L'infettivologo Massimo Crapis
PORDENONE - La zona bianca è conquistata, tempo di guardare al futuro. Che estate avremo? Quando potremo toglierci le mascherine almeno all’aperto? Dovremo fare un...

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PORDENONE - La zona bianca è conquistata, tempo di guardare al futuro. Che estate avremo? Quando potremo toglierci le mascherine almeno all’aperto? Dovremo fare un richiamo del vaccino per proteggerci dalle eventuali varianti del virus? E soprattutto, in autunno saremo al riparo da brutte sorprese? In poche parole, la formula della ripartenza a 360 gradi. Domande, queste, che oggi si pone ogni cittadino, terrorizzato da altre marce indietro e allo stesso tempo proiettato verso un futuro fatto di libertà e normalità. Domande, sempre queste, a cui ieri ha tentato di dare una risposta l’infettivologo pordenonese Massimo Crapis. 


IL QUADRO


Né pessimista, né ottimista. Crapis anche nei suoi interventi su Facebook (apprezzati più di quelli firmati dai volti noti della tv) si è sempre definito “realtista”, cioè dalla parte della realtà. E anche in zona bianca non ha lasciato la linea. «Partiamo dall’estate - ha spiegato -: senza timore posso dire che sarà tranquilla. La riduzione della circolazione virale che vediamo adesso è riconducibile in prima battuta proprio alla bella stagione. Tutti i virus respiratori si comportano così. Viviamo di più all’esterno e le cose migliorano. In più ci sono i vaccini, che creano continuamente barriere all’infezione». Anche l’anno scorso, senza l’antidoto, avevamo vissuto un’estate relativamente tranquilla. «Infatti noi medici stiamo già guardando all’autunno». E qui il fiato si spezza per un attimo. Il timore è dietro l’angolo, ma finalmente lo è anche la soluzione del problema. «L’autunno - spiega Crapis - noi lo vediamo un po’ come uno spauracchio. Abbiamo paura che da metà agosto i casi possano aumentare piano piano, per poi risalire in modo più netto ad ottobre, come già successo. Ma attenzione, saranno proprio i vaccini a proteggerci e ad evitare che l’aumento dei casi possa tradursi nell’intasamento del sistema sanitario. Darei per certo un aumento della circolazione del virus in autunno, ma sarà molto meno marcato di quello dell’anno scorso».

 
PROTEZIONI


C’è poi il tema della mascherina, che ancora oggi è obbligatoria anche all’aperto. «Dal punto di vista scientifico - precisa Crapis - all’aperto non ha un gran senso, a meno che non ci si avvicini troppo a una persona non vaccinata. Ecco, poi tra immunizzati l’uso delle protezioni potrebbe già decadere». 


IMMUNI


La vaccinazione della popolazione prosegue con un gran ritmo e ci si avvicina alla tanto sognata immunità di gregge, anche se per ora con una sola dose. Quindi, servirà davvero un altro richiamo? «A mio parere assolutamente sì - va avanti l’infettivologo dell’ospedale di Pordenone - e credo debba avvenire tra ottobre e dicembre. Il timore è legato a possibili varianti in grado di eludere gli effetti delle prime dosi, cosa che per ora per fortuna non è avvenuta. In quel caso, però, potremo contare su di una macchina già rodata. In poche parole, i vaccini ci salveranno un’altra volta e si potrà continuare a vivere». 

 

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Il Gazzettino