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Dalle parole (contenute nel decreto legge), ai fatti. Dopo quanto accaduto in ambito sanitario, con l’ondata di infermieri sospesi e i primi medici che non possono più lavorare in quanto non vaccinati, la stessa scure ora si abbatte sul mondo della scuola. E in tutta la regione si contano i primi dipendenti che dopo cinque giorni di assenza ingiustificata si sono ritrovati con in mano la sospensione temporanea dall’attività lavorativa. Potranno regolarizzare la loro posizione, a patto di aderire al Green pass, ma per ora restano fuori dalle scuole. E senza stipendio.
I FATTI
Non si tratta di un’interruzione definitiva del rapporto di lavoro. Come ha specificato il ministro dell’Istruzione, infatti, in questo caso si parla di misure d’emergenza volte a garantire la sicurezza sanitaria.
LE TIPOLOGIE
Si tratta soprattutto di personale Ata, quindi di bidelli e dipendenti del mondo della scuola che ricoprono figure lavorative di tipo amministrativo. Sono infatti le tipologie professionali che dal primo giorno di settembre sono rientrate in presenza tutti i giorni e che quindi hanno potuto accumulare più assenze, nel caso dei “no green pass”. Meno frequente il caso tra gli insegnanti, che sono ricorsi in alcune situazioni al lavoro a distanza, ad esempio in corrispondenza dei collegi docenti.
LA GIUSTIZIA
Il clima nel mondo della scuola si scalda ancora, a meno di una settimana dalla ripartenza delle lezioni. Da un lato le prime sospensioni dei dipendenti senza green pass che sono risultati assenti; dall’altro l’attesa per il ricorso al Tar che riguarda proprio l’applicazione della certificazione verde nel comparto dell’istruzione. Una pronuncia dovrebbe arrivare verosimilmente all’inizio della prossima settimana. Proprio quando mancheranno poche ore all’ingresso in classe degli studenti.
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