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PORDENONE - Proprio quando sembrava che anche il mondo delle sagre potesse finalmente rialzarsi, è arrivata la norma sul green pass. E qui non si parla della condivisione o meno della ratio alla base della regola, ma delle oggettive difficoltà di tradurre l’idea in pratica. Come fare, ad esempio, per imporre il green pass in un evento che coinvolge tutto un paese e che si svolge lungo le strade dello stesso? E ancora, chi sarebbe chiamato a controllare? Sarebbero gestibili code interminabili e varchi sigillati? Domande al momento senza risposta, che però stanno già rischiando di togliere di nuovo l’ossigeno al mondo delle sagre. A serio rischio, ad esempio, ci sarebbe la Macia di Spilimbergo, la rievocazione storica che colora il centro della cittadina del mosaico. In queste ore sono in corso riunioni urgenti degli organizzatori: pesa proprio il green pass e potrebbe saltare tutto.
IL PROBLEMA
Un palazzetto, uno stadio, un bar, un ristorante: tutti luoghi relativamente semplici da monitorare.
I DUBBI
Sia il sindaco di Valvasone Arzene, Markus Maurmair, che il collega di Sacile, Carlo Spagnol, pongono l’accento soprattutto su una difficoltà che supera tutte le altre. «Se una persona entra in paese durante il Medioevo - ha fatto notare Maurmair -, ma non intende prendere parte alla manifestazione ma solamente passare da un punto A a un punto B, deve esibire lo stesso il green pass? La stessa cosa vale per i residenti: se uno abita nella zona della manifestazione, come facciamo?». Problemi presi a cuore anche da Carlo Spagnol. «È forse il problema più grande, perché ancora non sappiamo a chi e in che occasione dovremo chiedere l’esibizione del passaporto sanitario». Tutti chiarimenti che dovranno arrivare a breve, ma anche se la linea fosse quella più morbida (ad esempio green pass solo per alcuni eventi o alcune sagre), le difficoltà sarebbero oggettive.
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Il Gazzettino