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Bar, ristoranti (al chiuso), palestre, cinema, teatri, piscine ed eventi: da oggi cambia tutto, anche il Friuli Venezia Giulia entra nell’era del green pass obbligatorio. E circa 350mila persone residenti in regione rimangono al momento tagliate fuori da una serie sufficientemente corposa di attività, che non potranno svolgere a meno di non sottoporsi ogni 48 ore a un tampone, anche rapido, in grado di certificarle come negative. Sono i non vaccinati con più di 12 anni, una platea composta dallo zoccolo duro formato da chi non ha accettato il vaccino e dalla fetta di popolazione che sta aspettando la prima dose. Intanto nei locali e nelle attività commerciali coinvolte nell’operazione ecco gli ultimi preparativi. C’è allarme per una “fronda” di “ribelli” presente anche in provincia, ma i controlli non mancheranno.
TAGLIATI FUORI
In Friuli Venezia Giulia la popolazione residente con più di 12 anni di età (le persone di età inferiore non possono ancora immunizzarsi) conta un milione e 90.684 cittadini.
LE REGOLE
La certificazione dev’essere portata sempre con sé. Va esibita in caso di controllo, sia da parte delle forze dell’ordine che da parte dei gestori dei locali o delle attività economiche, i quali possono anche verificare i documenti. È valida sia in formato digitale che cartaceo. Le sanzioni, in caso di mancato rispetto della norma, va da 400 a mille euro. E da Ferragosto potrebbe essere obbligatoria anche per baristi e ristoratori, non solo per i clienti. «Siamo totalmente d’accordo», ha detto il presidente pordenonese dell’Ascom, Alberto Marchiori.
I TIMORI
Non tutto, però, sembra filare liscio, anche a poche ore dall’entrata in vigore del green pass allargato. Tra i baristi e i ristoratori, infatti, esiste una “fronda” minoritaria che negli ultimi giorni sta comunicando privatamente ai clienti di voler apertamente remare contro l’applicazione della norma, non richiedendo il green pass. «Non siamo controllori», è la motivazione addotta. Ma i controlli sono annunciati come immediati e capillari. E si rischia anche la chiusura del locale in caso di fatti gravi o di reiterazione dell’inosservanza. «Invieremo una comunicazione a tutti - spiega Fabio Cadamuro della Fipe -: pur se poco condivise, le norme devono essere rispettate. Le sanzioni sono alte».
INDICAZIONI
La certificazione può essere richiesta al sito www.dcg.gov.it, tramite il fascicolo sanitario elettronico del Friuli Venezia Giulia oppure attraverso l’utilizzo delle app “Io” e “Immuni”. Possono essere d’aiuto anche i medici di medicina generale, in grado di accedere al sistema informatico della sanità. Per facilitare i controlli, i gestori dei locali useranno una app in grado di riconoscere i certificati falsi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino