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Ci siamo quasi. Dopo le polemiche, le manifestazioni, gli applausi o le critiche, i consigli e le richieste. Da domani per andare al bar e al ristorante al chiuso, per una nuotata in piscina (sempre al coperto) o una sessione di allenamento in palestra bisognerà esibire il green pass: vaccino, tampone negativo non più vecchio di 24 ore o guarigione dal Covid. Altrimenti ci si dovrà accomodare fuori, oppure rinunciare alle proprie passioni e a una parte del tempo libero. Ancora 24 ore, poi cambia tutto. Ma come si stanno organizzando i locali pordenonesi? Al di là dei mugugni, le cose si muovono. Soprattutto nei ristoranti. E scende in campo la tecnologia.
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TUTTO DIGITALE
I ristoranti si organizzano, tra applicazioni in grado di “scovare” eventuali pass falsi e un nuovo modo di prenotare. «Abbiamo già iniziato a chiedere, a chi vuole riservare un tavolo all’interno, di mandarci il suo green pass in modo preventivo, via e mail o whatsapp - spiega ad esempio lo chef pordenonese Carlo Nappo -.
AL BANCONE
Per i bar, invece, è tutto più difficile. «Speriamo ancora che le cose cambino all’ultimo minuto - afferma Fabio Cadamuro della Fipe di Pordenone - e che dal green pass si passi a un’autocertificazione, la quale dovrebbe essere esibita in caso di un controllo. Non possiamo essere noi i “gendarmi”. Per i bar è più difficile, dal momento che i clienti si siedono solo per pochi minuti, consumano e se ne vanno. È più il tempo che si perde per controllare il green pass che altro».
LE ALTRE ATTIVITÀ
«Non vogliamo più richiudere, chiederemo a tutti il green pass e chi non ce l’avrà non potrà assolutamente entrare nella nostra palestra. È una scelta giusta, ci sentiamo più sicuri», spiegano invece dalla palestra New Fit di Pordenone. Green pass obbligatorio anche nelle piscine, ma non nelle aree per le terapie e in quelle all’aperto. Per le vasche al chiuso, vaccino, tampone o guarigione già da domani.
LE CATEGORIE
Dall’Ascom, e nello specifico dalla voce del presidente locale Alberto Marchiori, arriva un appello ai clienti: «Aiutateci, per favore. Esibite voi per primi il green pass al barista o al ristoratore. In questo modo velocizzerete la procedura. Detto questo, è allucinante che il titolare di un’attività debba chiedere il green pass a un cliente ma non lo possa esigere da un dipendente».
L’ALLERTA
Intanto la federazione nazionale dei medici di base ha messo in allarme i professionisti su un fenomeno che sembrerebbe emergere nelle ultime settimane: ci sono cittadini, infatti, che millantano guarigioni dal Covid in realtà mai avvenute. Il tutto con il solo scopo di ottenere il green pass. È prevista una stretta sui controlli e sui certificati.
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Il Gazzettino