Poche ore al Green pass obbligatorio: tutte le regole dai ristoranti ai bar, dalle palestre alle piscine

Giovedì 5 Agosto 2021 di Marco Agrusti
Un aperitivo a Pordenone

Ci siamo quasi.

Dopo le polemiche, le manifestazioni, gli applausi o le critiche, i consigli e le richieste. Da domani per andare al bar e al ristorante al chiuso, per una nuotata in piscina (sempre al coperto) o una sessione di allenamento in palestra bisognerà esibire il green pass: vaccino, tampone negativo non più vecchio di 24 ore o guarigione dal Covid. Altrimenti ci si dovrà accomodare fuori, oppure rinunciare alle proprie passioni e a una parte del tempo libero. Ancora 24 ore, poi cambia tutto. Ma come si stanno organizzando i locali pordenonesi? Al di là dei mugugni, le cose si muovono. Soprattutto nei ristoranti. E scende in campo la tecnologia. 

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TUTTO DIGITALE


I ristoranti si organizzano, tra applicazioni in grado di “scovare” eventuali pass falsi e un nuovo modo di prenotare. «Abbiamo già iniziato a chiedere, a chi vuole riservare un tavolo all’interno, di mandarci il suo green pass in modo preventivo, via e mail o whatsapp - spiega ad esempio lo chef pordenonese Carlo Nappo -. In questo modo i tempi per i controlli si accorciano di molto e tutto è più sicuro». Una soluzione, questa, che sta spopolando tra i ristoratori: una prenotazione al chiuso dev’essere accompagnata dal green pass. In caso contrario ci si deve accontentare di un tavolo all’aperto. Ma ci sono anche difficoltà: «Dobbiamo chiedere il green pass - spiega ancora Nappo - ma non possiamo controllare i documenti. È una stortura, un cliente potrebbe presentarsi con un pass di un amico o di un parente. Ci permettano di chiedere i documenti a questo punto». 


AL BANCONE


Per i bar, invece, è tutto più difficile. «Speriamo ancora che le cose cambino all’ultimo minuto - afferma Fabio Cadamuro della Fipe di Pordenone - e che dal green pass si passi a un’autocertificazione, la quale dovrebbe essere esibita in caso di un controllo. Non possiamo essere noi i “gendarmi”. Per i bar è più difficile, dal momento che i clienti si siedono solo per pochi minuti, consumano e se ne vanno. È più il tempo che si perde per controllare il green pass che altro». 


LE ALTRE ATTIVITÀ


«Non vogliamo più richiudere, chiederemo a tutti il green pass e chi non ce l’avrà non potrà assolutamente entrare nella nostra palestra. È una scelta giusta, ci sentiamo più sicuri», spiegano invece dalla palestra New Fit di Pordenone. Green pass obbligatorio anche nelle piscine, ma non nelle aree per le terapie e in quelle all’aperto. Per le vasche al chiuso, vaccino, tampone o guarigione già da domani. 


LE CATEGORIE


Dall’Ascom, e nello specifico dalla voce del presidente locale Alberto Marchiori, arriva un appello ai clienti: «Aiutateci, per favore. Esibite voi per primi il green pass al barista o al ristoratore. In questo modo velocizzerete la procedura. Detto questo, è allucinante che il titolare di un’attività debba chiedere il green pass a un cliente ma non lo possa esigere da un dipendente». 


L’ALLERTA


Intanto la federazione nazionale dei medici di base ha messo in allarme i professionisti su un fenomeno che sembrerebbe emergere nelle ultime settimane: ci sono cittadini, infatti, che millantano guarigioni dal Covid in realtà mai avvenute. Il tutto con il solo scopo di ottenere il green pass. È prevista una stretta sui controlli e sui certificati. 

Ultimo aggiornamento: 17:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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