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VENEZIA - Un altro locale storico di Venezia si arrende, dopo l'Antica Carbonera a San Marco, che lo scorso marzo aveva definitivamente gettato la spugna. Anche Ai 4 Feri, in calle lunga San Barnaba, un locale a gestione veneziana rinomato per la cucina tradizionale, i piatti abbondanti e ben serviti, il personale gentile e il giusto prezzo, ha deciso di abbassare le saracinesche. Un cartello affisso internamente sulla vetrina annuncia ai clienti la decisione, motivandola così: «Cari clienti e amici, purtroppo è con molta tristezza e amarezza che vi comunichiamo che anche questa osteria storica non riaprirà più. Purtroppo abbiamo avuto ostruzione da parte della proprietà dell'immobile. Non c'è stato modo di trovare una mediazione, noi ci abbiamo provato ma non c'è stato nulla da fare. Ci trasferiremo, ma non tutto lo staff, all'osteria 4 Feri Storti, a Sant'Aponal. Un abbraccio a tutti, Barbara, Davide e Betty». Ai 4 Feri negli ultimi mesi aveva aderito a TooGood ToGo (troppo buono per buttarlo), un'applicazione mobile che permette a chi la scarica di mettersi in contattato con attività commerciali che offrono prodotti invenduti a prezzi super scontati.
SITUAZIONE CRITICA
Un'altra resa, dunque, alla crisi e agli affitti alti. E una prospettiva che preoccupa la categoria dei pubblici esercizi, alla quale le nuove norme - a partire dal coprifuoco - non piacciono.
«Temo che ci saranno altre chiusure - spiega Ernesto Pancin, segretario dell'Aepe - Gli scenari non sono affatto rosei.
COPRIFUOCO
«C'è poi l'assurdo tema del coprifuoco continua Pancin, suggerendo il tetto di mezzanotte per cui la città perde la maggior parte della sua attrattiva dovendosi ancora una volta spegnere per legge alle 22. Le cene al ristorante diventano così quasi impossibili da pianificare, soprattutto ora che con la bella stagione si è abituati a mangiare più tardi. Anche i papabili turisti sarebbero infatti disincentivati a farci visita, immaginando di trascorrere il dopo cena chiusi in camera d'albergo piuttosto che a godersi le bellezze di Venezia passeggiando». La speranza è quindi che il mese si chiuda con una settimana di rodaggio, inaugurando maggio con una ripartenza delle attività commerciali ricalibrata linee guida aggiornate e ragionevoli. «La norma è troppo generica, non è calata nella realtà ma nel frattempo l'esigenza di tornare a lavorare e quindi vivere cresce. Dire che siamo alla canna del gas è poco confessa nello sconforto Pancin - L'esperienza positiva di collaborazione tra esercenti e interforze di polizia, almeno a Venezia, ha già dato i suoi frutti pertanto le condizioni perché questa città torni a respirare ci sono tutte. Se in una settimana non si cambia musica conclude il direttore Aepe l'elenco delle aziende locali chiuse per cessata attività continuerà miseramente a crescere».
Il Gazzettino