Treviso. Covid, i contagi tornano a salire. Benazzi: «Ma ormai è come l'influenza stagionale»

Il direttore generale dell'Usl Francesco Benazzi
TREVISO - I contagi da Covid tornano a salire nella Marca, seppur in modo contenuto. È la prima volta quest’anno. La differenza rispetto al passato, però,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

TREVISO - I contagi da Covid tornano a salire nella Marca, seppur in modo contenuto. È la prima volta quest’anno. La differenza rispetto al passato, però, è enorme: il coronavirus oggi è stato sostanzialmente parificato alla tradizionale influenza. E per i positivi non è più previsto alcun tipo di isolamento. «Non serve più – conferma Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl trevigiana – detto questo, resta la raccomandazione a indossare la mascherina nel periodo di positività, soprattutto se si hanno contatti con familiari o in generale con persone fragili». Adesso nella Marca si registrano 19 contagi da Covid al giorno. E solo nell’ultima settimana è stato necessario ricoverare 15 persone, tutte con più di 65 anni, nei reparti di medicina e geriatria.


Direttore Benazzi, com’è la situazione generale?
«C’è un lieve aumento dei positivi e dei ricoveri. Contiamo in tutto 132 casi a settimana. Le persone contagiate, soprattutto dai 50 anni in su, sviluppano sintomi come febbre, stanchezza, mal di testa e dolori muscolari. Anche per le 15 per le quali si è reso necessario il ricovero, comunque, non sono servite cure intensive».


Il virus non spaventa più?
«La situazione ad oggi è radicalmente mutata. Al momento l’incidenza nella nostra provincia è pari a 19 casi su 100mila abitanti. Mentre l’anno scorso, nello stesso periodo, si era a quota 329 su 100mila».


Quali varianti stanno circolando?
«C’è un residuo di Cerberus. Al quale si sono aggiunte Arcturus e Kraken. Anche alla luce di questo, fermo restando che le persone positive non sono più sottoposte all’isolamento, si consiglia sempre di continuare a indossare la mascherina negli ospedali e nelle case di riposo».


Ci potrebbero essere nuovi isolamenti nelle case di riposo in caso di focolai?
«I casi sono pochi. Se dovesse servire, si cercherà di gestire rapidi isolamenti per scongiurare il rischio di nuovi contagi».


Per il prossimo autunno si sta pensando a una doppia vaccinazione contro l’influenza e contro il Covid?
«Non ci sono ancora disposizioni in merito. Certo, sappiamo che fare le due vaccinazioni assieme non è un problema».


Ci sono ancora persone che vengono a farsi i tamponi nei Covid point dell’Usl?
«Sono ridotte al minimo. Generalmente i cittadini fanno gli auto-tamponi o vanno in farmacia. Si rivolgono agli ospedali solo in caso di sintomi. Mentre per quanto ci riguarda continuiamo a fare i tamponi prima dei ricoveri».


A proposito di ricoveri, è pronto il trasloco dei primi reparti dal Ca’ Foncello al monoblocco della nuova cittadella sanitaria?
«L’esito finale dei collaudi sulla struttura è atteso per mercoledì. Dopodiché comincerà a prendere forma il piano di trasferimento».


Si inizierà dalle sale operatorie e dalle chirurgie. Non sarà facile affrontare una serie di traslochi continuando a provare a ridurre le liste d’attesa.

«Stiamo recuperando tra gli 800 e i 1.000 appuntamenti a settimana, rispetto al monte di 20mila prestazioni rimaste in attesa dopo l’emergenza Covid e in seguito all’aumento delle richieste. Questo anche se le attività degli ospedali sono state ridotte del 20% nel periodo estivo». 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino