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PADOVA - La corsa del contagio stia rallentando, ma con la diffusione di Omicron e delle sue sottovarianti aumenta la possibilità di reinfettarsi. Il numero di padovani che sono risultati positivi al Covid per due volte a distanza di mesi dopo la guarigione è aumentato di dieci volte nel giro di cinque mesi. Se a gennaio i casi di doppia infezione si fermavano a 1.550, oggi arrivano a quota 14.286, salendo al 4.3% del totale dei 332.338 contagi segnalati in provincia di Padova dall’inizio dell’emergenza. In 81 hanno contratto il virus per ben tre volte. Nell’ultima settimana le reinfezioni rappresentano il 10% di tutti i tamponi positivi. Il quadro, delineato ieri dall’Ulss 6 Euganea, fa capire che il Covid è tutt’altro che scomparso.
«Si va verso una convivenza con il virus – spiega il direttore generale, Paolo Fortuna –. Il ruolo del vaccino risulta sempre e comunque fondamentale. Una persona non vaccinata rischia di finire in ospedale 3,7 volte di più rispetto un vaccinato. In questo momento la richiesta è in forte calo, arriviamo appena a 200 vaccinati al giorno su tutta l’Euganea».
LA RIORGANIZZAZIONE
L’86% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale e l’86,8% di questi, ha anche la terza dose. Ma rimangono 120mila padovani senza copertura. A partire dal primo luglio, intanto, chiude il padiglione 6 della Fiera di Padova dove si fanno sia vaccini che tamponi di screening. «Nel periodo estivo potenzieremo il servizio all’ospedale ai Colli – aggiunge Fortuna -. Nella bassa padovana rimarrà attivo il centro di Este e nell’alta quello di Camposampiero». Al momento l’Euganea esegue circa 5mila tamponi tra rapidi e molecolari al giorno.
«Non sono particolarmente ottimista riguardo l’autunno e spero di sbagliarmi – ammette il direttore sanitario, Aldo Mariotto -. Dobbiamo tenere alta l’attenzione, i ricoveri sono sotto controllo ma non sono azzerati». Sul fronte ospedali di comunità, vanno verso la chiusura i 12 posti letto Covid di Camposampiero. Mentre rimarranno aperti Conselve e Piove di Sacco.
«Continua il contagio nelle case di riposo – conferma il direttore dei servizi socio-sanitari Maria Chiara Corti - nell’ultima settimana abbiamo registrato 134 ospiti positivi all’interno di quattro cluster.
EMERGENZA UCRAINA
Si contrae anche la richiesta di assistenza sanitaria da parte degli ucraini in fuga dal conflitto. L’Ulss 6 finora ha preso in carico 1.400 profughi, ma dal 5 maggio si contano appena cinque o quattro contatti al giorno. Il punto tamponi davanti alla stazione ferroviaria, infatti, sarà chiuso e verrà spostato in Fiera. L’hub di accoglienza a Monselice, che ad oggi conta 81 ospiti, verrà svuotato e le persone saranno affidate ai centri di accoglienza straordinari o ai privati.
PEDIATRIA
Nei giorni scorsi è stato siglato il nuovo patto per la Pediatria in Ulss 6 Euganea, fermo dal 2017. «Un passo importante – afferma il dottor Franco Pisetta, rappresentante dei pediatri di libera scelta (in foto qui accanto assieme a Fortuna e Mariotto) -. Sono stati fusi assieme i tre precedenti accordi legati alle ex Ulss 15, 16 e 17, dando a tutti i 102mila bambini e ragazzi del padovano lo stesso livello di assistenza. Tra i vari punti, c’è la continuità assistenziale offerta alle famiglie attraverso l’associazionismo».
LA PROTESTA
Mentre l’estate si avvicina, la Cisl punta il dito contro il piano ferie presentato dall’Ulss 6 Euganea e annuncia lo stato di agitazione per bocca di Fabio Turato, Emiliano Bedon e Alessandro Piovan: «Dopo due anni di emergenza i dipendenti hanno bisogno di recupero psicofisico. Inoltre, vengono ridotti 164 posti letto e a Schiavonia sarà esternalizzato il servizio di trasporto malati».
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Il Gazzettino