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BELLUNO - C'è una bambina di 12 anni tra gli 8 pazienti positivi al San Martino di Belluno. Si trova in Malattie Infettive e le sue condizioni, seppure non gravi, hanno però reso necessario il ricovero in ospedale. Contro la variante Delta non si scherza. Il consiglio, per chi può vaccinarsi (e non ha patologie avverse), è di farlo. Al momento, un ragazzo su due, tra i 12 e i 19 anni, ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti-covid. Ne mancano 7.100. Il primario della Pediatria di Belluno Stefano Marzini lancia un appello: «Vaccinate i vostri figli. Chi è contro i vaccini deve dirci quali sono le soluzioni alternative. Non abbiamo altre armi».
Covid, giovani contagiati
L'età media dei pazienti positivi ricoverati al San Martino è scesa a 57 anni: ci sono un 50enne in Terapia Intensiva, quattro persone di 55, 63, 64 e 85 anni in Pneumologia con quadro severo, tanto che due hanno bisogno di ossigenoterapia, e altri tre di 12, 45 e 89 anni in Malattie infettive. Soltanto uno risulta vaccinato e l'Ulss specifica che la positività è emersa prima dello scadere dei 14 giorni dalla somministrazione del vaccino. «I dati relativi ai ricoveri - commenta il direttore generale Maria Grazia Carraro - attestano che il covid determina ancora una casistica clinicamente rilevante e potenzialmente letale, riferita nella quasi totalità ai non vaccinati. La vaccinazione anti covid è l'unico strumento scientificamente valido per evitare le forme gravi e mortali di questa malattia ancora purtroppo presente nel nostro territorio e nel mondo».
Bambina ricoverata in ospedale
Com'è possibile che una bambina di 12 anni sia finita in ospedale a causa del covid? Risponde il primario di Pediatria Stefano Marzini: «Anche se noi diciamo che i casi complicati in età pediatrica sono pochi è una questione di percentuale.
Vaccini
La categoria dei 12-19enni è partita per ultima nella campagna vaccinale e c'è ancora molta strada da fare per raggiungere un numero di copertura accettabile. Ma è l'unica percorribile perché, in questo modo, «diminuiscono i ricoveri, si proteggono i soggetti fragili e le persone per cui la vaccinazione non ha funzionato». È l'unico strada anche per tornare alla scuola in presenza. Marzini ha tre figli in età scolare e non ha avuto dubbi: «Li ho vaccinati tutti e tre. Quando mi hanno mandato l'appuntamento siamo riusciti addirittura ad anticiparlo. Voglio che frequentino la scuola e che possano tornare a vedere i nonni». Rimane da convincere i genitori no-vax e indecisi. «I movimenti anti-vaccini non sono una novità chiarisce il primario ma bisognerebbe spiegare che il sistema sanitario nazionale è un piccolo gioiellino che non ha risorse infinite. Se dobbiamo buttarne molte per curare i malati covid vuol dire che poi ce ne saranno meno per il resto». Quindi via con le vaccinazioni, soprattutto tra i giovani: «Non c'è più nessuna scusa conclude Marzini Possono farlo senza appuntamento e impegnativa. Settemila giovani, nei prossimi 30 giorni, è possibile ed è legato al solo volere delle famiglie».
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Il Gazzettino