Tre anni fa il Covid fermò il mondo. Zaia: «Fu come iniziare una guerra. La solidarietà dei veneti è stata forte»

Una delle quotidiane conferenze stampa di Luca Zaia
PADOVA - Tre anni fa il mondo si è fermato. Tre anni fa è iniziata la battaglia contro un nemico invisibile. Tre anni fa a Vo' è morto il primo italiano...

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PADOVA - Tre anni fa il mondo si è fermato. Tre anni fa è iniziata la battaglia contro un nemico invisibile. Tre anni fa a Vo' è morto il primo italiano per Covid-19. Un virus che ha rivoluzionato il nostro modo di vivere, comportarci. Era il 21 febbraio 2020.

«Sono trascorsi tre anni dall’inizio del contagio da Coronavirus nella nostra regione, un’esperienza che non è ancora del tutto conclusa e che ha segnato profondamente le nostre vite e la nostra comunità. Concentrati sulla ripartenza ci siamo ributtati in una vita che, nonostante la necessità di alcuni accorgimenti, è tornata normale ma solo tra alcuni anni si potrà valutare un periodo storico concluso e definito. Avremo modo di capire quale esperienza abbiamo attraversato realmente e comprenderemo quale sia stata la forza della nostra gente, la solidità del nostro tessuto sociale, l’importanza di quella tradizione di solidarietà e lavoro che caratterizza il nostro territorio». Sono parole del presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, nel terzo anniversario dell’inizio della pandemia.

«Rivolgo il pensiero agli oltre 16.600 veneti che sono morti e al dolore dei loro familiari, accomunati nel destino a milioni di persone in tutto il mondo – prosegue il governatore -. Resterà un punto indimenticabile della mia vita la telefonata con cui venivo informato del primo ricovero per Coronavirus e la contemporanea sensazione che da quel momento era come se iniziasse una guerra. Un pensiero che ha trovato conferma con la tristezza profonda per il primo decesso e la chiusura del centro di Vò presidiata militarmente; sono certo di aver condiviso questo sentimento non solo con gli addetti ai lavori ma anche con tutti i cittadini. Era solo l’inizio di un triennio senza precedenti, con un contagio che ad oggi ha coinvolto più di 2 milioni e seicentomila veneti. Abbiamo assistito in tutto il mondo a immagini che non avremmo mai pensato di vedere e la nostra vita è cambiata irreversibilmente».

«Oggi è la giornata dedicata agli operatori sanitari – sottolinea Zaia -. Nella tragedia della pandemia, le morti di tanti medici e infermieri si sono unite a quelle dei tantissimi cittadini. Oggi siamo ancora più consapevoli del lavoro di questi eroi, che di fronte alla furia del contagio non si sono mai tirati indietro, nemmeno quando non si aveva la più minima idea di che virus ci si trovava ad affrontare. Questo anniversario è l’occasione per esprimere gratitudine anche a tutti i volontari, gli operatori della Protezione civile e delle organizzazioni di soccorso sociale, le forze dell’ordine e le forze armate, a tutti i lavoratori nei servizi essenziali e negli esercizi commerciali indispensabili che hanno prestato la loro opera esponendosi più di altri al contagio» dice ancora Zaia. «Pur non senza tensioni – conclude – la pandemia è stata anche l’occasione per trovare nuove forme di relazioni sociali, di accelerare nuove modalità di organizzazione, di dimostrare il valore della solidarietà come hanno fatto i cittadini, le imprese e gli istituti finanziari che in un anno hanno donato tramite la Regione o le sue Aziende sanitarie per un valore complessivo di circa 70 milioni di euro a fronte dell’emergenza. Un simile impegno di coesione è sempre attuale e merita di essere il messaggio da ricordare di questa triste esperienza soprattutto ora che nuove difficoltà, conseguenti la guerra e le tensioni internazionali, disegnano nuove preoccupazioni e incertezze per il futuro».

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Il Gazzettino