L’allarme dell’Ulss polesana: «Troppo lassismo, il Covid rialza la testa»

Terapia Intensiva
IL BOLLETTINO - Arrivano a cento i polesani che si sono spenti con positività a Covid. Un numero purtroppo considerevole e che vede riallineati i dati sommando, oltre...

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IL BOLLETTINO - Arrivano a cento i polesani che si sono spenti con positività a Covid. Un numero purtroppo considerevole e che vede riallineati i dati sommando, oltre alle 87 persone che si sono spente in questi mesi negli ospedali dell’Ulss 5, anche i 13 residenti in provincia di Rovigo che sono morti in strutture di altre province. Così come, purtroppo è accaduto, all’inverso, per gli otto - fra padovani, veronesi e veneziani -, che sono invece morti fra l’ospedale di Rovigo e quello d Trecenta. Il riequilibrio complessivo dei dati avviene proprio contestualmente al bollettino in cui si segnalano ben tre decessi, di un 90enne bassopolesano che era ricoverato in Area medica e semintensiva Covid del San Luca, di una 88enne altopolesana e di un 81enne residente fuori provincia, che erano ricoverati nel reparto di Malattie infettive dell’Ospedale di Rovigo. 


LA CURVA DEI DECESSI
«In primavera – sottolinea il direttore generale dell’Ulss Polesana Antonio Compostella - durante l’ondata primaverile, la percentuale dei decessi aveva toccato il 7per cento: pur avendo avuto numeri minori, avevamo avuto maggiore mortalità. Anche perché in quel periodo il contagio aveva prevalentemente interessato fasce più anziane. In questa seconda ondata, il numero assoluto dei contagi è più alto ed è stata prevalentemente interessata una fascia di età più giovane». I decessi della prima ondata erano stati 36; dal 10 settembre a oggi, invece, 50. Ieri le nuove positività emerse sono state 89, mentre le guarigioni quasi il doppio, segnando il nuovo record: 176. Le persone attualmente positive in Polesine, quindi, calano a 2.162, mentre il totale dei guariti da febbraio sfonda il muro dei 2mila e arriva a 2.149 a fronte dei 4.411 polesani risultati contagiati da inizio epidemia. Praticamente un residente in provincia ogni 52 ha avuto il Covid. Delle 89 nuove positività, 25 sono di persone già poste preventivamente in isolamento domiciliare. L’incidenza degli ultimi sette giorni, ovvero i nuovi casi riscontrati sul totale delle persone sottoposte a tampone è 4,89%. 
LA MACCHIA DEL CONTAGIO 
«L’elemento importante è che la curva dell’incidenza, dopo essersi stabilizzata sta anche scendendo: la macchia d’olio del contagio non ha dilagato, per tutta una serie di motivi, dalla rete territoriale alla responsabilità dei cittadini, fino alle azioni dell’Ulss dal punto di vista della diagnosi, ora siano oltre i 4mila tamponi quotidiani, nonché del tracciamento e dell’isolamento dei contatti dei positivi, oltre alla cura. Tutte azioni che hanno reso il Polesine la provincia veneta con il più basso tasso di incidenza. Non nascondo, però, una piccola preoccupazione, perché rispetto a questo andamento, che confermo, il 29 e 30 novembre e l’1 e 2 dicembre abbiamo visto un rialzo dei valori dell’incidenza, proprio giorni con dati di positività anche particolarmente alti. Lieve, ma meritevole di attenzione. Perché le azioni messe in campo dell’Ulss sono state le stesse sia dal punti di vista numerico che qualitativo, il virus è sempre lo stesso e anche le azioni di contenimento sono le stesse: mi viene il dubbio che ci possa essere stato un allentamento dell’attenzione dei cittadini. E non deve succedere. Senza entrare nel merito delle feste natalizie e dei provvedimenti, raccomando vivamente alle persone la massima attenzione». 
CASE DI RIPOSO

Riguardo alle case di riposo, aumentano ancora i contagi al Csa Villa Agopian di Corbola, con altri cinque operatori risultati contagiati e il totale del focolaio che arriva a 25 ospiti e 21 operatori, e di un altro operatore della casa di riposo La Rosa dei Venti di Rosolina, dove invece ci sono 24 ospiti e 15 operatori positivi. Sul fronte scolastico, invece, sono emerse le positività di un bambino della elementare Pascoli di Rovigo, di un ragazzo della media Riccoboni e di uno della media Parenzo, sempre a Rovigo, con le Usca pronte a provvedere alle esecuzioni dei tamponi a compagni, professori e bidelli che hanno avuto contatti con i tre.
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Il Gazzettino