OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
VENEZIA - Da millenni Venezia è un’isola, o meglio un insieme di isolette. Per la Costituzione, però, lo diventa solo adesso. Così come le altre della laguna, nonché del Veneto come per esempio quelle polesane, oltre a quelle italiane come l’Elba o Ischia, solo per citarne alcune. Non più isole “costituzionalmente” previste solo la Sicilia e la Sardegna. Ogni territorio delimitato da mare, lagune o fiumi, ottiene una nuova tutela costituzionale, in sostanza. Ad annunciarlo è Angelo Zanellato, segretario provinciale del Pd polesano, che è stato tra i fautori, con gli agganci romani, della modifica della relazione collegata all’adeguamento dell’articolo 119 della Costituzione. «È un cambiamento epocale - ha annunciato - per tanti territori nazionali abitati, ma in modo particolare per quelli lagunari e deltizi: con questa modifica sarà riconosciuto a tutti, e non solo al meridione e alle isole principali di Sardegna e Sicilia, il grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità. Tra tre mesi la modifica costituzionale potrà divenire realtà, portando anche nei nostri territori centinaia di migliaia di euro dallo Stato e dall’Unione europea per progetti di riqualificazione o per misure che possano rendere giustizia rispetto alle difficoltà oggettive. Gli esempi più vistosi si legano alle infrastrutture, alla sanità e all’istruzione: ci sono troppe carenze strutturali, quali la chiusura delle scuole a causa del basso numero di iscritti, la mancanza di centri di medicina in zone periferiche».
Questa nuova legge costituzionale, che riconosce la medesima condizione per isole marittime, fluviali, lacustri e città insulari, segue di pochi mesi un analogo provvedimento europeo finalizzato alla riduzione di disagio per i cittadini insulari. Potrebbero derivare cambiamenti fondamentali anche per Venezia al di là della sua legge speciale, come l’introduzione di mezzi di trasporto pubblico meno inquinanti e costosi, per Pellestrina, Cavallino, Murano, Burano, Chioggia e tanti altri. Il Polesine, dal quale è partita l’attenzione alla modifica dell’articolo costituzionale, vedrebbe cambiare la sorte per Porto Tolle, con il suo arcipelago di tre isole: Donzella, Camerini e Ca’ Venier, come pure per Porto Viro, per l’isola di Ariano, con Corbola e Taglio di Po.
«L’iter legislativo - racconta Zanellato – prende il via il 1. maggio da una segnalazione che mi ha fatto Ivo Rossi, ex sindaco di Padova, molto attento ai temi ambientali. Il testo, già discusso una volta in Parlamento, mi è parso adeguato, ma mi sono rivolto alle segreterie regionali, nazionali, a senatori e parlamentari per chiedere che si aggiungesse un chiarimento adatto a identificare come insulari tutti i territori nazionali delimitati dall’acqua, non solo le due isole maggiori. Dopo l’appoggio ricevuto dal senatore Andrea Ferrazzi e dall’onorevole Diego Zardini, il 28 luglio, l’onorevole Romina Mura ha portato alla Camera la richiesta, approvata, di ratificare i principi su cui considerare l’insularità in Italia». “Quando parliamo di isole - le parole di Mura in aula - parliamo di Sardegna e di Sicilia che sono le isole marittime più importanti, ma ce ne sono tante altre di isole marittime, così come ci sono le isole fluviali, le isole lacustri, le città insulari, quindi andiamo a parlare a 8 milioni di italiani che vivono in diverse parti del Paese, sia nelle regioni a statuto ordinario che in quelle a statuto speciale. Ritengo che l’inserimento del principio di insularità in Costituzione diventerebbe una condizione e anche il punto di partenza di un nuovo cantiere costituente, che metta al centro il ruolo del regionalismo italiano nelle sue varianti”.
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino