Belluno. Grande successo per la città sotterranea: 160 visitatori per la galleria-rifugio scavata a mano nel 1943 Foto

Apertura straordinaria proposta dall'associazione "BorgoPiave Etc" per il quarto anno consecutivo

I visitatori nella galleria scavata sotto la città di Belluno nel 1943
BELLUNO - Apertura straordinaria, partecipazione sorprendente: 160 i visitatori che ieri hanno visitato la galleria antiaerea di via Alzaia, in zona Lambioi, a Belluno. A...

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BELLUNO - Apertura straordinaria, partecipazione sorprendente: 160 i visitatori che ieri hanno visitato la galleria antiaerea di via Alzaia, in zona Lambioi, a Belluno. A proporre l'evento, per il quarto anno consecutivo, l'associazione BorgoPiave Etc, gruppo che punta a rivitalizzare il piccolo borgo affacciato sul Piave a suon di iniziative culturali di grande spessore. Con il successo dell'edizione di ieri, 25 giugno, sale a oltre 700 il numero di visitatori che hanno potuto conoscere, negli ultimi anni, la Belluno sotterranea costruita durante l'ultimo conflitto mondiale. Una rete di gallerie scavate per dare riparo ai bellunesi durante i bombardamenti aerei; piccole città nella città, tornate ieri alla luce grazie al racconto dell'architetto Vincenzo Russotto che quelle gallerie le conosce a memoria, avendone fatto oggetto di una tesi di laurea presentata allo Iuav di Venezia.

IL BUNKER

Al rifugio di via Alzaia si accede da un piccolo anfratto nascosto, a pochi metri in linea d'aria dalla galleria stradale di Lambioi. Un primo tunnel, una trentina di metri, devia subito a sinistra, disegnando un percorso a forma di "c", per aggirare un grosso muro frontale studiato per evitare che lo scoppio di una bomba in prossimità dell'ingresso potesse generare un'onda di pressione tale da propagarsi all'interno. Il cuore del rifugio è una galleria lunga un centinaio di metri: sopra la testa, 40 centimetri di calcestruzzo sorreggono 40 metri di terreno su cui oggi corre la strada "Panoramica" che sale dal ponte della Vittoria al centro città. Scavata a mano, con l'aiuto dell'esplosivo, i lavori sono iniziati nel 43 e hanno richiesto 4 mesi per il completamento. Sulle pareti, scritte blu a caratteri cubitali: "silenzio" e "calma"; un invito a non cedere al panico rivolto alle oltre 500 persone che per 850 volte l'hanno gremita, per mettersi al riparo dalle bombe, negli ultimi anni del conflitto.

L'INTERESSE

Bilancio positivo. Così il presidente di BorgoPiave Etc, Antonio Gheno: «È il quarto anno che apriamo i rifugi, un'iniziativa che trova sempre una grande risposta: 160 i visitatori che, per motivi di sicurezza, abbiamo potuto ospitare, suddividendoli in piccoli gruppi; abbiamo iniziato le visite alle 9 e le abbiamo concluse alle 18. Tra i partecipanti, non solo bellunesi: diversi turisti ne hanno approfittato per scoprire la Belluno sotterranea». L'associazione porta linfa vitale a uno dei luoghi più ricchi di storia della città: «Stiamo rimettendo a nuovo l'ex-alimentari "da Rosalina", chiuso da 7 anni per farne uno spazio dedicato a concerti, spettacoli, conferenze. Mentre a palazzo Secco, un piccolo museo con l'esposizione stabile delle maschere delle Dolomiti: 11 manichini, oltre alle opere di Franco Fiabane e Claudio Nevyjel».

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Il Gazzettino