VENEZIA - Oltre 150 mila euro di risarcimento danni. Alessandro Tamborini, fedele di San Salvador e San Zulian, ma soprattutto grande accusatore dell’ex rettore delle due...
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LA GENESI Per arrivare all’udienza di domani bisogna tornare indietro al 4 ottobre 2017, quando lo scandalo scoppiato con la rimozione del sacerdote era ben al di là da venire. Secondo le accuse depositate da D’Antiga sul tavolo dei carabinieri di Venezia, quel giorno d’ottobre 2017 Tamborini avrebbe turbato lo svolgimento di una funzione religiosa. Nello specifico, raccontava il sacerdote all’Arma, «al termine della messa, nella processione dall’altare del Santissimo all’altare della Madonna il Tamborini sfidava la processione camminando in senso inverso, a voler impedire che questa raggiungesse l’altare della Madonna». A corroborare la tesi, ecco le lettere dei fedeli. Ma quelle lettere - accusa Tamborini in un’inchiesta su don D’Antiga - erano state usate dal presule come stampelle alle sue tesi per gettare discreto sul suo nemico giurato. D’Antiga le aveva portate in caserma e fatte inserire nel fascicolo d’indagine quando era stato interrogato dai carabinieri di Venezia come persona informata sui fatti nelle more dell’inchiesta penale nata dalle sue denunce contro Tamborini, all’epoca indagato per interruzione di funzione religiosa. La svolta era arrivata con le riprese depositate dalla difesa del fedele in cui si dimostrava come quel giorno Tamborini fosse sì in chiesa, ma relegato in un angolo e senza mai disturbare la processione. Di fronte alle immagini era arrivata l’archiviazione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino