Talmente terrorizzata da quell’uomo, che avrebbe tentato di abusarla sessualmente quando aveva 17 anni da portarsi in aula, con l’autorizzazione dei giudici, un...
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LE MINACCE
«Mi ha fatto promettere di non parlare con nessuno di quello che era successo - ha detto - o si sarebbe rivalso su di me. L’ho fatto, per riuscire a andarmene. La prima porta era aperta, ma la seconda era chiusa a chiave dall’interno. Ho visto una chiave, era quella giusta, ma non riuscivo a inserirla perché tremavo. Alla fine sono riuscita a fuggire e ho subito chiamato mio padre». Il giorno dopo la ragazza tornerà a casa. I gestori l’avrebbero supplicata di non dire nulla. «Il titolare - ha detto ieri la giovane - era molto arrabbiato e agitato e non voleva che questa storia uscisse per non infangare il nome del suo locale». Ma la vicenda ieri era in aula. Al termine della deposizione l’imputato è stato fatto uscire e a ragazza è uscita da retro. Infine ha parlato anche lui raccontando la sua verità, tramite le domande del suo difensore Gianluca Nicolai. «Io ho famiglia, lavoro tante ore al giorno e di certo non ho tempo per queste cose», ha detto respingendo ogni addebito. Il processo è stato rinviato al 17 marzo per sentire la collega che era entrata in stanza con i due quella sera. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino