VALDOBBIADENE - Concussione, induzione indebita, peculato, truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, falso e detenzione abusiva di armi. Sono le ipotesi di reato...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LE CONTESTAZIONI
L’inchiesta è partita agli inizi del 2018, poco dopo il passaggio del Corpo Forestale alla ‘Arma dei Carabinieri. Secondo gli inquirenti l’ex comandante della forestale di Valdobbiadene avrebbe voluto “aggiustare” alcune anomalie del magazzino per evitare guai. In realtà per la procura avrebbe finito per fare di peggio. Abusando della sua qualifica, scrive il pm, Tiziano Padovan avrebbe infatti indotto Massimo Boaro a emettere una fattura per la fornitura di materiali alla forestale (merce mai consegnata, ndr) da quasi 4.500 euro per regolarizzare un’altra fornitura effettuata da Luciano Criconia che, nello specifico, non poteva negoziare con la pubblica amministrazione. Sempre da Boaro si sarebbe fatto poi consegnare 2.500 euro per l’organizzazione di una cena di rappresentanza. I due sono anche accusati di truffa per aver “gonfiato” un’altra fattura riguardante la vendita di beni al Cfs: 6.200 euro incassati dalla pubblica amministrazione a fronte di merce del valore di 1.500.
GLI EPISODI
Un’altra accusa mossa contro l’ex comandante è quella di peculato. Riguarda la vendita a Massimo Boaro e a Radames Visentin, in diverse occasioni, di mangime per cani del comando cinofilo a 25 euro quando il valore era di 50. Stessa accusa mossa contro Saverio Torresan e Maurizio Mocellin: i gestori dell’ex vivaio, secondo il pm, si sarebbero appropriati di alcune piante dell’ex vivaio del Corpo Forestale consegnandole a Padovan, che le avrebbe a sua volta regalate ad amici e conoscenti. Nei 17 capi d’accusa, Tiziano Padovan è inoltre accusato di falso ideologico commesso da pubblico ufficiale: in più di 40 occasioni avrebbe attestato falsamente la sua presenza in ufficio o l’effettivo svolgimento delle sue mansioni. In altre parole si assentava da lavoro senza giustificazione incassando indebitamente lo stipendio. Nel corso delle indagini è anche emerso che il 61enne deteneva, senza averne denunciato il possesso e quindi abusivamente, 18 cartucce calibro 7,65, 67 munizioni calibro 221.R, e 4 cartucce 4x4 parabellum. Ipotesi di reato contestata anche ad Andrea Mancini, scoperto con 29 proiettili Magtech Tecnologically Advance calibro 32 , e a Radames Visentin, che aveva invece 7 cartucce calibro 7,62, una calibro 22 LR, una calibro 357 magnum e 36 calibro 7,65. Visentin è infine accusato di ricettazione per essere stato trovato in possesso di materiale del Cfs. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino