PADOVA - Dai banchi di quinta superiore all’ambulanza della Croce Europa: in questa guerra contro il Coronavirus Amina Abeis sapeva di poter fare la sua parte, anche se ha...
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Amina abita a Casale di Scodosia e frequenta l’ultimo anno dell’istituto professionale “Giuseppe Medici” di Legnago (Verona) indirizzo socio-sanitario. Da quando è scoppiata l’epidemia e le scuole sono state chiuse ha deciso di dedicarsi a tempo pieno al volontariato in ambulanza con l’associazione Croce Europa, insieme alla sua compagna di classe Keltum Lafkih, anche lei di origini marocchine.
«Lo faccio con il cuore – spiega Amina, a cui è capitato di trasportare delle persone positive al Covid-19 – Il paziente che mi è rimasto più impresso è un signore asintomatico, che aveva problemi a una gamba. Tremava, piangeva e continuava a ripetere che lui non aveva niente. Ho cercato di tranquillizzarlo, in quei casi non c’è molto altro da fare. Nella stanza dell’ospedale di Villafranca (Verona) in cui lo abbiamo accompagnato c’era un altro uomo, intubato. Sono quelle le immagini che ti fanno capire quanto è grave la situazione».
Di solito i turni durano 12 ore ma in questa emergenza capita di restare in ambulanza anche per tredici o quattordici, tornando a casa a mezzanotte. A casa, ad aspettare Amina ci sono i genitori e in due fratelli, preoccupati che possa contrarre il virus: preferirebbero che non fosse così esposta.
«Ogni tanto anch’io ho un po’ di apprensione – confessa la giovane soccorritrice – ma se iniziano a stare a casa i medici, gli infermieri e tutto il personale che può dare una mano, l’emergenza non finirà mai.
Il Gazzettino